Dopo le nozze gay, l’Inghilterra cancella 700 anni di storia per evitare di avere un “regino” o un “principesso”
Leone Grotti
Il Parlamento inglese sta cancellando dai codici le parole “padre”, “madre”, “marito” e “moglie” e modificando le leggi inerenti alla parentela della Casa reale vecchie di oltre 700 anni
Non si può pretendere di scombinare le regole e le fondamenta naturali della famiglia e non incappare in intricati problemi burocratici e semantici. Capita così che il Regno Unito, dopo aver approvato il matrimonio gay, stia velocizzando i tempi per cambiare anche le leggi che mantengono un linguaggio discriminatorio e inappropriato.
REGINO D’INGHILTERRA.
Al di là dell’eliminazione nei codici di parole arcaiche come “padre”, “madre”, “marito” e “moglie” i parlamentari inglesi si stanno affannando per evitare di ritrovarsi un domani con un re femmina o un “regino”. Le leggi valgono per tutti, ovviamente, e anche un re o un principe del Galles potrà sposare una persona dello stesso sesso. Ma secondo i dettami delle attuali norme, «chi sposa o chi è sposato al Re regnante assume il titolo di Regina».
CANCELLATI 700 ANNI DI STORIA.
CANCELLATI 700 ANNI DI STORIA.
E se il Re regnante si sposa con uomo? L’Inghilterra avrebbe un “regino”. E se il principe del Galles sposa un uomo? L’Inghilterra avrebbe un “principesso” del Galles. Ecco perché i parlamentari stanno modificando leggi in vigore dal 1859 e dal 1285. Settecento anni di storia verranno così cancellati perché, è chiaro, la legge che accusa di «alto tradimento» chi cornifica il marito o la moglie del monarca ha un linguaggio ormai obsoleto e deve essere aggiornata.
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