Ero massone. Storia di Maurice Caillet, l’ex venerabile convertito al cattolicesimo grazie a Lourdes
Pietro Piccinini
Paco Minelli
Gentile lettore, lei ha ragione. L’intervista apparsa su un numero del settimanale nel giugno 2010 non era mai stata riportata on line. Eccola di seguito
Maurice Caillet
La formazione razionalista, le battaglie per il controllo demografico, poi l’iniziazione. Così un medico francese in cerca di Lumi si ritrovò immerso in una notte fatta di trame segrete, corruzione e occultismo. Dove tutto è tollerato, tranne la Chiesa. Confessioni di un ex Venerabile
Di Pietro Piccinini
Maurice Caillet è stato massone. Anzi, massonissimo. Per la precisione, è stato Maestro Venerabile di una delle più antiche e importanti logge del Grande Oriente di Francia. Di più: iniziato alla libera muratoria nel 1970 nel Tempio di Rennes, nei suoi quindici anni di fedele appartenenza il dottor Caillet, medico specializzato in chirurgia ginecologica e urologia, ateo razionalista quasi fin dentro il dna, è stato una specie di enfant prodige della massoneria, guadagnandosi il privilegio di accedere agli Alti Gradi del Rito Scozzese Antico Accettato (dei quali molti “fratelli” ignorano perfino l’esistenza), fino a raggiungere il diciottesimo, quello di Cavaliere Rosacroce. Da membro storico dell’Organizzazione per la Pianificazione Familiare, praticava la contraccezione artificiale e la sterilizzazione prima ancora che fossero legalizzate, e dal 1975, dopo aver visto andare in porto il piano massonico per l’introduzione in Francia di una legge sull’aborto, divenne il primo medico a esercitare le interruzioni di gravidanza in Bretagna. Nel frattempo, nel 1973, era anche diventato rappresentante locale del Partito socialista di François Mitterrand, perciò quando, nel 1981, quest’ultimo fu eletto presidente della Repubblica e nominò dodici ministri massoni, Caillet ebbe modo di valutare da vicino il conseguente boom di domande di iniziazione, molte delle quali provenivano naturalmente da politici in cerca di utili amicizie. Lo stesso Caillet, che pure era entrato nella massoneria immaginandola come «un luogo dove scambiarsi le idee all’insegna della laicità», in seguito non disdegnò di scambiarsi appoggi di carriera e favori giudiziari coi fratelli.
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