New York Encounter. Il vero «sogno americano»
di Riro Maniscalco
Si sono conclusi da poco i tre giorni densi di appuntamenti messi in calendario ogni anno dal Crossroads Cultural Center. Il programma di incontri culturali, conferenze e performance artistiche è sempre nuovo. E la bellezza che nasce è contagiosa...
Il New York Encounter del 2013 si è concluso da qualche ora sulle note travolgenti della Arturo O'Farrill Jazz Band. Un ultimo ringraziamento ed un arrivederci all'anno venturo. E quelle parole lì, nel bene o nel male, toccano a me. Chi mi conosce sa che non sono particolarmente sentimentale. Anzi... Eppure man mano che il New York Encounter procede io passerei tutto il tempo ad andare in giro per salutare e abbracciare tutti. Alla fine poi, li bacerei. Per quel che riesco, lo faccio davvero. Le parole iniziali mi incoraggiano sempre, quelle conclusive mi pesano, perché non ce la fanno ad essere adeguate. Quantomeno non ce la fanno le mie. Dopo tre giorni come quelli dell'Encounter "il virus della disincarnazione" (come l'ha chiamato Mons. Albacete il venerdì sera) è in ritirata e le parole possono ritirarsi con lui lasciando il terreno all'esperienza.
Il New York Encounter è stato un torrente di segni di esperienza di libertà. Chi c'era ha visto. Per quelli che non c'erano, la narrazione - parole, appunto - può quel che può. Ci saranno testi, foto e video sul website per coloro che vorranno vivere virtualmente quel che noi abbiamo vissuto "live". In questo momento per me ci sono come tante immagini che si susseguono e combinano, come le voci degli strumenti in una partitura musicale. La verità è sinfonica, diceva Von Balthasar...
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