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domingo, 29 de enero de 2017

Che brutta strana storia quella a cui stiamo assistendo all’Ordine di Malta in questi giorni.


ORDINE DI MALTA. TROPPE DOMANDE SENZA UNA RISPOSTA. UNA STRANA, BRUTTA STORIA.


Marco Tosatti

Che brutta strana storia quella a cui stiamo assistendo all’Ordine di Malta in questi giorni. Una storia in cui assistiamo a episodi drammatici che emergono; con l’impressione però che ci sfuggano molti altri elementi, i più importanti, forse.

Quello che vediamo è lo scontro interno, ufficialmente per ragioni di preservativi e contraccettivi anche abortivi, fra l’ex Gran Maestro, britannico, e il Gran Cancelliere, tedesco.

Quest’ultimo sostenuto con una violenza impressionante dal Pontefice. Il che, in un Pontefice predicatore di misericordia, non può non stupire.

Dietro le quinte c’è chi parla di una antica battaglia, da anni e anni, fra le scuole tedesca e britannica per il controllo dell’Ordine, una miniera di soldi impressionante. Dopo che i germanici – così sussurrano i pochi che sostengono di saper qualche cosa dei movimenti interni dei Cavalieri – a suo tempo hanno esautorato completamente gli italiani.

A complicare il tutto c’è anche il timore, presente negli anni passati in ambienti vaticani, che fra le file dei Cavalieri si fossero infilati appartenenti a un gruppo ben diverso, la massoneria. Non per scopi propriamente spirituali ma perché richiamati dalla possibilità di fare affari. L’Ordine è uno Stato, emette passaporti, offre molta carità ma anche contatti eccellenti. Un richiamo appetitoso.

A questo elemento si farebbe riferimento in un passaggio recente, di cui racconta Edward Pentin. Il Patrono dell’Ordine, il cardinale Raymond Leo Burke, incontrò il Papa il 10 novembre scorso in relazione al problema dei contraccettivi. Il Papa si sarebbe mostrato “molto preoccupato” da quello che il cardinale riportava. E gli avrebbe anche detto chiaramente che voleva che la massoneria fosse “tenuta fuori” dall’Ordine, e avrebbe chiesto un’azione appropriata. Il 1 dicembre successivo Burke avrebbe ricevuto una lettera in cui il Papa sottolineava il dovere del porporato di promuovere gli interessi spirituali dell’Ordine e impedire qualsiasi affiliazione con gruppi, o pratiche, contrarie alla legge morale cattolica.

Poi c’è stato il processo interno al Gran Cancelliere, accusato di avr permesso, o non aver vigilato abbastanza, sul caso dei condom. il suo rifiuto di dimettersi, l’espulsione per disobbedienza, l’appello alla Santa Sede.

Appello che ha trovato orecchie propizie. Il cognome del Gran Cancelliere è nel Gotha degli esperti economici della Santa Sede, ci sono collegamenti fra quel mondo e la diplomazia vaticana, e la Segreteria di Stato. C’è stata la formazione di una Commissione d’inchiesta, in cui sedevano tre persone molto presenti nelle iniziative finanziarie cattoliche, in particolare dell’area svizzero-tedesca, e la presentazione a tempi rapidi di una un rapporto che si dice durissimo verso il Gran Maestro.

Che nel frattempo, e non senza ragioni giuridiche valide, negava il diritto della Santa Sede di interferire in una vicenda interna, e il diritto della Santa Sede di nominare una commissione per indagare su affari interni dell’Ordine. La Segreteria di Stato ha ammesso l’esistenza della lettera del Papa, ma aggiungendo che si era consigliato il dialogo, non l’espulsione di nessuno.

Poi la storia ha virato rapidamente sul drammatico. Il Gran Maestro è stato convocato dal Papa, e gli è stato imposto – chissà come – di dimettersi. Una lettera vaticana parlava della nomina di un Delegato Pontificio, il che ha fatto pensare subito a un Commissariamento, poi, sembra, smentito (il Delegato dovrebbe occuparsi del “rinnovamento spirituale dell’Ordine”).

Ci sarà un Capitolo, e l’elezione di un nuovo Gran Maestro, e nel frattempo il Gran Cancelliere è stato reintegrato, dal momento che il Papa ha dichiarato nulli tutti gli atti compiuti dal 5 dicembre in poi. Anche qui ci sono esperti di diritto che storcono il naso, ma se i diretti interessati – cioè i Cavalieri – ingoiano questo rospo, nessuno può protestare al posto loro.

Ecco, questi sono i pezzi del puzzle. Ciascuno è libero di spostarli come vuole, e di provare a trovarci un senso.

Anche se ne mancano molti, che equivalgono ad altrettante questioni aperte.

E’ possibile che tutto questo patatrac sia causato dalla distribuzione di preservativi in zone a rischio Aids? Da quando mi occupo di Vaticano mi è stato detto che in zona di missione, a coniugi uno dei quali affetto da Aids, è successo che l’assistenza cattolica ne abbia dati.

E’ tutta colpa della “rigidità” di Burke, come ambienti vaticani cercano di suggerire, tanto per aggiungere colpe a uno dei quattro cardinali dei “Dubia” sull’Amoris Laetitia, non esattamente amato dal Pontefice? Forse. Ma la lettera c’è. E forse dal colloquio con il Papa lui aveva capito di dover consigliare severità al Gran Maestro, salvo trovarsi sconfessato subito dopo. C’è almeno un precedente. Pell quando aveva ricevuto l’incarico di riformare l’economia e la gestione del Vaticano, aveva ricevuto un invito ad andare avanti senza guardare in faccia nessuno. Da buon giocatore di calcio australiano è andato avanti. E ha scoperto che pian piano il suo Segretariato per l’Economia era stato pelato strato a strato, come una cipolla. Con l’assenso del Papa.

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