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miércoles, 18 de septiembre de 2013

La «vera natura della coniugalità» in un mondo che ha separato le persone dai loro corpi e dai loro sessi. E quindi dai figli. Lectio magistralis dell’arcivescovo di Bologna

La lezione di Caffarra su matrimonio e (omo)sessualità. 
«Ci hanno scippato la parola amore»


Testo integrale della lectio magistralis su “Verità e bontà della coniugalità” pronunciata ieri, 12 settembre, al Teatro Manzoni di Bologna dal cardinale Carlo Caffarra, arcivescovo della diocesi emiliana, in occasione dell’apertura dell’”Itinerario di educazione cattolica per insegnanti”.


Vorrei intrattenermi con voi su una questione che spero il corso della riflessione dimostrerà essere una questione importante.

Sullo sfondo del nostro discorso dimora una domanda alla quale non risponderò direttamente, ma che ci accompagnerà. La domanda è la seguente: il matrimonio è una realtà a totale disposizione degli uomini oppure ha in sé uno “zoccolo duro” indisponibile?

Poiché sappiamo, senza essere studiosi di logica, che la definizione e.g. di A è la risposta alla domanda “che cosa è A?”, potremmo riformulare la domanda di fondo nel modo seguente: la definizione del matrimonio – ciò che il matrimonio è – è esclusivamente dipendente dal consenso sociale? E’ il consenso sociale che decide che cosa è il matrimonio?

Se io ora comincio a parlarvi della verità della coniugalità, lo posso fare in quanto penso che la definizione del matrimonio, la sua intima natura, non è esclusivamente frutto del consenso sociale. Non avrebbe altrimenti senso tutta la riflessione che stiamo facendo. Alla domanda “che cosa è la coniugalità?” tutto si risolverebbe, alla fine, nel rispondere: ciò che il consenso sociale decide che sia.
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