In difesa della cultura umana
Lucetta Scaraffia
Il discorso (1) di Benedetto XVI per gli auguri natalizi alla Curia è un esempio perfetto di stile ratzingeriano. Insieme alle note più propriamente religiose — come l’invito a seguire Gesù che dice «venite e vedrete» rivolto a chiunque, interiormente, stia percorrendo una ricerca e un cammino verso il Signore — gran parte del testo è stato dedicato a temi che coinvolgono la società in generale, e gli argomenti usati appaiono ragionevoli, validi per tutti, credenti e non credenti. Sono soprattutto i temi sottesi alla questione della famiglia che, in realtà, non è solo «una determinata forma sociale», ma «la questione dell’uomo stesso».
Infatti, le trasformazioni che la società postmoderna sta realizzando nei rapporti fra le persone, e in particolare sulla famiglia, non consistono solamente nell’allargamento dei diritti, nell’ampliamento della sfera della libertà di scelta, ma rappresentano una ferita alle dimensioni essenziali dell’esperienza umana. Perché ciò che è in discussione, quando si parla di matrimoni omosessuali, o della cancellazione della differenza dei sessi con l’imposizione della categoria del gender, è la visione stessa dell’essere umano, la concezione complessiva di umanità. E su questi temi il Papa interviene, guidando la Chiesa a prendere posizioni nette, coraggiose e impegnate sul piano intellettuale, dal momento che egli è profondamente consapevole del fatto che «chi difende Dio difende l’uomo».
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(1)
UDIENZA DEL SANTO PADRE ALLA CURIA ROMANA
IN OCCASIONE DELLA PRESENTAZIONE DEGLI
AUGURI NATALIZI , 21.12.2012
Alle ore 11 di questa mattina, nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico Vaticano, il Santo Padre Benedetto XVI riceve in Udienza i Cardinali, i membri della Curia Romana e del Governatorato per la presentazione degli auguri natalizi.
Nel corso dell’incontro, dopo l’indirizzo di omaggio al Santo Padre del Cardinale Angelo Sodano, Decano del Collegio Cardinalizio, il Papa rivolge ai presenti il discorso che riportiamo di seguito:
Signori Cardinali,
venerati Fratelli nell’Episcopato e nel Presbiterato,
cari fratelli e sorelle!
Con grande gioia vi incontro oggi, cari Membri del Collegio Cardinalizio, Rappresentanti della Curia Romana e del Governatorato, per questo tradizionale momento prima del Santo Natale. Rivolgo a ciascuno un cordiale saluto, iniziando dal Cardinale Angelo Sodano, che ringrazio per le belle parole e per i fervidi auguri che mi ha indirizzato anche a nome vostro. Il Cardinale Decano ci ha ricordato un’espressione che ritorna spesso in questi giorni nella liturgia latina: Prope est iam Dominus, venite, adoremus!
Il Signore è ormai vicino, venite adoriamolo! Anche noi, come un’unica famiglia ci disponiamo ad adorare, nella grotta di Betlemme, quel Bambino che è Dio stesso fattosi così vicino da diventare uomo come noi. Ricambio volentieri gli auguri e ringrazio di cuore tutti, compresi i Rappresentanti Pontifici sparsi per il mondo, per la generosa e qualificata collaborazione che ognuno di voi presta al mio Ministero. Ci troviamo alla fine di un anno che nuovamente, nella Chiesa e nel mondo, è stato caratterizzato da molteplici situazioni travagliate, da grandi questioni e sfide, ma anche da segni di speranza. Menziono soltanto alcuni momenti salienti nell’ambito della vita della Chiesa e del mio ministero petrino. Ci sono stati, come ha detto il cardinale Decano, anzitutto i viaggi in Messico e a Cuba – incontri indimenticabili con la forza della fede, profondamente radicata nei cuori degli uomini, e con la gioia per la vita che scaturisce dalla fede.
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