Santa Caterina da Siena, la cui natura era il fuoco
Davide Rondoni
Oggi si festeggia santa Caterina da Siena, compatrona d’Italia e d’Europa. La recensione al libro di Louis de Wohl a lei dedicato
Di seguito pubblichiamo un articolo della scrittore Davide Rondoni, apparso sull’Osservatore romano il 6 dicembre 2007.
Una donna che cresce solo nel suo aspetto di dimissione, e però diventa una formidabile guerriera, capace di mettere in crisi Papi e signorie. Strana vicenda, strano movimento. Per così dire doppio. Un consumarsi, quasi un incenerirsi, per consumazione corporale e interiore, e intanto un crescere, un ingigantirsi. Uno sparire, e però un piazzarsi al centro degli incroci decisivi della storia. Caterina è il nome di questo apparente paradosso, di questo movimento. Come fu possibile che questa donna analfabeta muovesse il consenso e il dissenso di potenti e signori, come anche il disprezzo, lo stupore e l’entusiasmo in tanti fino a oggi?
Non lascia indifferenti, Caterina. Perché in lei avviene innanzitutto una precisa e chiara messa in questione di cosa è l’amor proprio.
Senza capir questo non ci si avvicina nemmeno al fuoco.
La mia natura è il fuoco (Milano, Bur, 2007, pagine 400, euro 11,00) titolo che la traduttrice ha proposto in luogo dell’originale, è frase di Caterina che potrebbe apparir romantica e orgogliosa. Segno di un estremo amor proprio, presunzione di possedere un nucleo di invincibile forza. Ma tale fuoco non è in Caterina fuoco individuale. Non è un incendio solitario. È l’accensione continua che viene da un rapporto, tanto intimo e segreto, quanto misurabile in fatti e gesti concreti, fissato in una alterità mai ridotta a un possibile gioco di impressioni o a un vagheggiamento. I segni, anzi le chiavi di tale alterità sono l’Eucaristia e il rapporto con la Chiesa. Da queste mai Caterina si sottrae. Anzi, a esse si scaraventa, con una fame che parrebbe segno di pazzia, se non fosse letteralmente fame, o ustione, come di fiamma che divora ciò che la alimenta e tiene in vita. È un fuoco che qualcosa, Qualcuno accende in lei, non una sorta di combustione orgogliosa. Il fuoco che arde nella natura di Caterina è il riconoscimento di una signoria. C’è un “tu” al centro del rogo.
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