Genocidio armeno, "Il Papa vuole la riconciliazione"
di Stefano Magni
Dopo l’idillio è crisi: a soli quattro mesi dalla visita di Papa Francesco in Turchia, il 12 aprile, il governo di Ankara ha convocato il nunzio della Santa Sede, Antonio Lucibello, per esprimere il “disappunto” e la protesta dell’esecutivo sulle dichiarazioni del Papa riguardo al genocidio armeno. Ankara ha poi richiamato il proprio ambasciatore presso il Vaticano. Il giorno successivo è stato caratterizzato da molte altre parole in libertà, da parte di autorità politiche e religiose turche. A partire dal ministro dei Rapporti Europei Volkan Bozkir, secondo cui Francesco ha parlato così perché viene dall’Argentina, cioè un paese che "che ha accolto i nazisti" e nel quale "la diaspora armena è dominante nel mondo della stampa e degli affari". Fino ad arrivare al gran muftì Mehmet Gormez, massima autorità dell’islam sunnita turco, secondo il quale le dichiarazioni sul genocidio armeno sono, a suo parere "senza fondamento" e ispirate da "lobby politiche e ditte di relazioni pubbliche".
Una crisi diplomatica improvvisa, un fulmine a ciel sereno, che giunge dopo il saluto di Papa Francesco prima della messa in San Pietro per i fedeli di rito armeno. Perché il Pontefice ha definito “genocidio” il genocidio, cioè non ha usato mezzi toni diplomatici per parlare del tentativo di stermino fisico totale del popolo armeno nell’Impero Ottomano, 100 anni fa. Da questo punto di vista, la sua è stata una presa di posizione forte, molto più decisa di quella del governo italiano, tanto per dirne uno: secondo Sandro Gozi, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, sul genocidio “non c’è una verità storica assoluta”.
Ad essere sorpresi, positivamente questa volta, dalle parole del Papa, sono anche gli armeni in Italia. Il console onorario dell’Armenia, Pietro Kuciukian, contattato telefonicamente da La Nuova Bussola Quotidiana, esordisce dicendo che: “Ci attendevamo qualcosa di simile, ma non una presa di posizione così forte e così decisa da parte del Papa”.
..................
Leggi tutto: www.lanuovabq.it
Dopo l’idillio è crisi: a soli quattro mesi dalla visita di Papa Francesco in Turchia, il 12 aprile, il governo di Ankara ha convocato il nunzio della Santa Sede, Antonio Lucibello, per esprimere il “disappunto” e la protesta dell’esecutivo sulle dichiarazioni del Papa riguardo al genocidio armeno. Ankara ha poi richiamato il proprio ambasciatore presso il Vaticano. Il giorno successivo è stato caratterizzato da molte altre parole in libertà, da parte di autorità politiche e religiose turche. A partire dal ministro dei Rapporti Europei Volkan Bozkir, secondo cui Francesco ha parlato così perché viene dall’Argentina, cioè un paese che "che ha accolto i nazisti" e nel quale "la diaspora armena è dominante nel mondo della stampa e degli affari". Fino ad arrivare al gran muftì Mehmet Gormez, massima autorità dell’islam sunnita turco, secondo il quale le dichiarazioni sul genocidio armeno sono, a suo parere "senza fondamento" e ispirate da "lobby politiche e ditte di relazioni pubbliche".
Una crisi diplomatica improvvisa, un fulmine a ciel sereno, che giunge dopo il saluto di Papa Francesco prima della messa in San Pietro per i fedeli di rito armeno. Perché il Pontefice ha definito “genocidio” il genocidio, cioè non ha usato mezzi toni diplomatici per parlare del tentativo di stermino fisico totale del popolo armeno nell’Impero Ottomano, 100 anni fa. Da questo punto di vista, la sua è stata una presa di posizione forte, molto più decisa di quella del governo italiano, tanto per dirne uno: secondo Sandro Gozi, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, sul genocidio “non c’è una verità storica assoluta”.
Ad essere sorpresi, positivamente questa volta, dalle parole del Papa, sono anche gli armeni in Italia. Il console onorario dell’Armenia, Pietro Kuciukian, contattato telefonicamente da La Nuova Bussola Quotidiana, esordisce dicendo che: “Ci attendevamo qualcosa di simile, ma non una presa di posizione così forte e così decisa da parte del Papa”.
..................
Leggi tutto: www.lanuovabq.it
No hay comentarios:
Publicar un comentario