Erdogan condanna il Papa e lo avverte: "Non lo faccia più"
di Matteo Matzuzzi
Come ampiamente prevedibile e nello stile che è consono ai sultani ottomani di nuova generazione, il presidente Recep Tayyip Erdogan, con le elezioni politiche ormai alle porte (7 giugno) e l'esigenza di rinsaldare il proprio elettorato di riferimento, ha soffiato sulle braci facendo toccare alle relazioni diplomatiche tra Turchia e Santa Sede il livello più basso che si ricordi in tempi recenti. Il tema è sempre lo stesso, le parole del vescovo di Roma sul genocidio armeno del 1915. Dopo averlo "condannato", ha infatti lanciato "l'avvertimento" al Papa: "Non ripeta questo errore". Non è dato sapere cosa accadrebbe in caso contrario. Tutto, dalla visita del Pontefice ad Ankara dello scorso novembre (molto protocollare e a tratti assai gelida), è mutato, al punto che il capo dello stato turco fa sapere al mondo di aver cambiato opinione diversa su Francesco, "sia come politico, sia come religioso". Il fatto è che "quando i leader politici o religiosi si mettono a fare gli storici, si hanno deliri come questo".
Dal Vaticano, anche oggi, nessun commento e naturalmente nessuna retromarcia.
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