Pirateria dell'Isis, potremmo tornare ai tempi dei mori
di Gianandrea Gaiani
“Se farete cadere Gheddafi la Libia diventerà un’altra Somalia”. Il monito espresso dall’Unione Africana nella primavera del 2011, purtroppo inascoltato da Nato e Occidente, suona oggi come una profezia e non solo per le similitudini tra una Somalia tribalizzata e una Libia ormai Stato fallito in preda a oltre 200 milizie.
Il parallelo tra i due Paesi potrebbe estendersi anche alla minaccia della pirateria che pare in procinto di tornare a manifestarsi sulla sponda meridionale del Mediterraneo con l’affermarsi dello Stato Islamico in Libia e il consolidarsi dei trafficanti di esseri umani legati ai jihadisti. Il rischio pirateria sembra sia stato analizzato e definito molto credibile da un rapporto dell’intelligence militare italiano citato dal quotidiano britannico Daily Express, secondo cui il Mediterraneo si potrebbe "somalizzare" e lo Stato Islamico potrebbe puntare sull’attacco e il sequestro di yacht e mercantili per finanziarsi e colpire gli interessi dei “crociati”.
Nel documento si fa riferimento al fatto che l’IS ha preso il controllo di porti e imbarcazioni in Libia facendo presagire "la possibilità che si possa ripetere lo scenario che ha visto protagonista la regione marittima tra la Somalia e Aden negli ultimi dieci anni". E ancora: "barche veloci potrebbero attaccare pescherecci, navi da crociera piccoli mercantili e imbarcazioni delle guardie costiere". Quest’ultima ipotesi si è già concretizzata due settimane or sono quando scafisti armati di kalashnikov hanno imposto con le armi a una motovedetta della Guardia Costiera italiana di imbarcare gli immigrati clandestini lasciando loro il gommone con cui sono rientrati (impuniti) in Libia.
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