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jueves, 19 de febrero de 2015

Educare non significa pompare come un pallone figli o alunni, ma introdurli a fare i conti con la realtà in tutte le sue dimensioni


Come avrebbe fatto Dio a realizzare queste opere di carità senza farmi sperimentare il dolore e la disperazione?


di Aldo Trento


«Ciò che stai soffrendo, il buon Dio lo permette perché tu possa finalmente diventare un uomo per il quale Cristo è tutto»


Ho diciotto anni, ho una famiglia che mi vuole un bene assurdo e amici fantastici. Sono sempre stata con
siderata da tutti (professori inclusi) una ragazza molto più matura rispetto ai suoi coetanei, ricevo complimenti per come affronto la vita, per come mi butto nelle situazioni e per la mia capacità di vederLo anche nelle situazioni più difficili. Sento, respiro un mondo di bene intorno a me, eppure mi odio e vivo con la preoccupazione di dover dimostrare a me stessa che valgo qualcosa. Purtroppo questa situazione è esplosa, e da circa un mesetto ho iniziato un percorso di cura con uno psicoterapeuta. Sto prendendo pure un blando tranquillante per dormire. Però le cose stanno andando sempre peggio. Non mi merito nulla, perché tutti mi vogliono così bene? Non mi merito di aver incontrato Cristo. Sono arrivata a dire che non merito neanche l’amore di Dio. Perché non riesco a guardarmi come Lui mi guarda? Che fatica, padre Aldo, non riesco nemmeno a pregare. Cosa posso fare per abbracciarmi?

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