La persecuzione cattolica in Spagna. Come è andata veramente, non come la racconta Ken Loach
Un libro di Mario Arturo Iannaccone ricostruisce cosa accadde nella penisola iberica tra il 1931 e il 1939.
Negli ultimi quindici anni, caso unico nella storia, sono stati beatificati e canonizzati 1523 «martiri di Spagna». Martiri di Spagna, non «martiri della Guerra Civile», come la storiografia più aggiornata distingue. Ancora il 4 giugno scorso papa Francesco ha autorizzato il riconoscimento del martirio di 95 cattolici uccisi dai repubblicani durante la guerra civile spagnola.
Nella Spagna degli anni Trenta la Guerra Civile macchiava l’uomo di crimini orrendi mentre la Chiesa e i credenti diventavano a poco a poco i principali capri espiatori. Ancora oggi, inspiegabilmente, si tralascia di indagarne radici e sviluppi, mantenendo nell’ombra il forte sentimento anticristiano che a tratti si è espresso come un vero e proprio odio.
Ora un libro di Mario Arturo Iannaccone edito da Lindau (Persecuzione. La repressione della Chiesa spagnola tra Seconda Repubblica e Guerra Civile (1931-1939)) si propone di ristabilire qualche verità. Di seguito ne riportiamo un estratto:
«Esterno giorno. Un gruppo di combattenti inglesi delle Brigate internazionali entra in un villaggio andaluso sparando dei colpi e percorre una via dopo aver abbattuto qualche nemico. I combattenti si appostano, al riparo. Qualcuno spara dall’alto e uccide uno di loro. La macchina da presa inquadra un campanile. I colpi arrivano da lì. Poco dopo, alcuni franchisti escono da una chiesa facendosi scudo di una donna. Seguono degli scambi di arma da fuoco e alla fine i franchisti vengono uccisi.
Qualche minuto più tardi viene spinto fuori dalla chiesa colui che sparava dal campanile: è un prete, viene catturato, disarmato e portato in un campo. Nel campo giacciono dei morti che (pare di comprendere) sono stati uccisi dal prete che sul campanile aveva una visuale eccellente e poteva mirare indisturbato come un cecchino. L’uomo viene fucilato dopo essersi fatto il segno della croce e aver alzato gli occhi al cielo.
La sequenza sembra rendere evidente una connivenza fra preti, Chiesa e franchismo ed è comunemente ritenuta veritiera perché il film da cui sono tratte queste sequenze, terra e libertà (Tierra y Libertad, 1995) del regista inglese Ken Loach, è considerato un film storico. La scena, del resto, è stata riportata in altri romanzi successivi al film. Questa sequenza non rappresenta alcunché di storicamente fondato, è inventata e non esiste alcuna testimonianza che qualcosa di simile sia accaduto. Ken Loach usa un’immagine propagandistica impiegata dal Frente Popular spagnolo negli anni ’30. Ignaro della sua falsità oppure no, Loach ha fatto rivivere un’immagine del repertorio propagandistico usato dalle forze che negli anni ’30 aiutarono la Repubblica formando brigate internazionali (13.000 stranieri circa morirono da parte repubblicana) ed è rimasta, ancora oggi, come residuo in certa diffusa storiografia divulgativa».
Cosa è accaduto veramente?
Le persecuzioni a cui fu sottoposta la Chiesa cattolica all’avvento della Seconda Repubblica spagnola (1931) e sino al termine della Guerra Civile (1939) sono state a lungo omesse o trascurate dalla storiografia, perlomeno fuori dalla Spagna franchista. L’interesse del Caudillo per quella che lui chiamava «cruzada» ha poi cancellato la memoria di questi eventi a partire dal 1975, data delle sue dimissioni. Da allora la storiografia è rimasta ostaggio di opposte ideologie e solo da pochi anni un’impressionante serie di beatificazioni ha richiamato l’attenzione su quanto realmente accadde.
La Seconda Repubblica spagnola si caratterizzò per posizioni sempre più radicali, di cui sono proprio un esempio la politica di laicizzazione forzata e la persecuzione scatenata contro la Chiesa e i cattolici. Tentativi di colpi di Stato, oscure trame, conati secessionistici, intrighi internazionali, esplosioni di violenza sempre più sconvolgenti portarono allo stato prerivoluzionario del 1935-1936. La reazione al regime repubblicano non venne però in particolare dai cattolici, ma soprattutto da componenti interne a esso, dall’esercito, da ex monarchici e da radicali, oltre che dalle forze rivoluzionarie di sinistra.
Nella guerra fratricida che si scatenò, durante la quale entrambe le parti si macchiarono di crimini orrendi, la Chiesa e i cattolici divennero invece i principali capri espiatori, al centro di una macchina infernale di ritorsioni che soltanto oggi, a distanza di ottant’anni dagli eventi, si può cominciare a comprendere.
Il saggio storico di Iannaccone – sulla scorta di un’abbondante bibliografia critica e un repertorio di immagini nuove e sconvolgenti – affronta un tema spinoso ma volto al superamento dei contrasti ideologici e alla promozione di fraternità e solidarietà.
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