Se non stiamo davanti a Gesù, come possiamo stare davanti a una persona che muore?
Aldo Trento - paldo.trento@gmail.com
Aldo Trento: contemplare Gesù e curare i malati
Tutti parlano di Gesù, tutti cantano, tutti fanno riunioni… ma per Gesù bambino che soffre non c’è tempo.
Mi sembra così lontano il tempo in cui le mie giornate erano definite dall’alternarsi tra adorazione del Santissimo e lavoro. Ultimamente non è così. La realtà, che sempre è stata la mia unica regola, mi chiede di stare seduto in un piccolo sofà al centro della cappella rivestita con “pan di oro”, guardando il Santissimo Sacramento. Passo ore fissando Lui ed è qualcosa di straordinario che mi abbaglia impedendomi di leggere il breviario. Ho negli occhi la bellezza di quella tenerezza divina che contemplo. Finalmente vedo compiersi l’affermazione del filosofo Blondel che tanto mi aveva colpito da giovane: «Il massimo dell’azione è la contemplazione».
Il servo di Dio Luigi Giussani ci parlava spesso della passività che caratterizza l’uomo innamorato di Gesù. Grazie alla mia condizione fisica, godo della tenerezza di questo sguardo così divino e così umano. La gente sa dove trovarmi e così impara a guardare il volto di Gesù nell’Eucarestia e quindi negli ammalati.
Oggi, mentre ero davanti a Gesù, mi hanno regalato le parole del Papa pronunciate per la festa di Lourdes, giorno dedicato agli ammalati: «Servire le persone ammalate è un cammino privilegiato per incontrare Gesù, perché curare e servire un ammalato è servire Gesù. L’ammalato è la carne di Gesù. Inviando in missione i suoi discepoli, Gesù consegna loro un duplice mandato: “Annunciate il Vangelo della salvezza e curate gli ammalati…”. Gesù salva, Gesù custodisce, Gesù sana gli ammalati».
Che conforto per le infermiere che quando cambiano turno vengono a pregare con queste parole: «Signore, hai trattato i malati con amore, hai dedicato loro il tuo tempo, hai guarito i loro corpi e le loro anime, hai consolato i loro famigliari. Signore, nel tuo esempio voglio trovare luce nei miei pensieri, orientamento nelle mie azioni; voglio trovare le modalità efficaci per calmare il dolore dei malati. Concedimi pazienza per accompagnare quelli che soffrono. Forza e valore per consolare gli incurabili. Concedimi la tua grazia per riconoscere il Tuo volto in ognuno di loro. Signore, desidero averti vicino sempre, soprattutto nelle notti che passo vicino agli ammalati. Veglia con me, Signore. Benedicimi e benedici i malati, non permettere che mi allontani da Te. Amen».
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