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sábado, 24 de enero de 2015

Il contesto di «cattolici e conigli»


Il Papa: paternità «responsabile»

Mimmo Muolo


La frase ha fatto il giro del mondo in poche ore. «Alcuni credono che – scusatemi la parola – per essere buoni cattolici dobbiamo essere come conigli». Frase che il Papa ha pronunciato nella conferenza stampa sul volo di ritorno da Manila e di cui Avvenire ha dato ampio conto ieri. Solo che a citarla così – estrapolandola come hanno fatto in molti dal contesto complessivo del ragionamento di Francesco, o al massimo collegandola al numero di tre figli a coppia, presentato coma una indicazione “normativa” del Pontefice – si corre il rischio di tradirne il pensiero.

Specie in riferimento all’Italia, affetta ormai da anni da un “inverno demografico” senza precedenti. Sarà utile perciò ricostruire che cosa ha detto effettivamente papa Bergoglio in risposta alle domande che gli sono state poste, a partire da quella di un giornalista tedesco che chiedeva se egli avesse in mente di rivedere, anche solo parzialmente, il divieto dell’uso degli anticoncezionali stabilito da Paolo VI nell’enciclica Humanae vitae.

La risposta del Papa si è articolata su due piani distinti ma interconnessi. Innanzitutto, ha ricordato che per i casi particolari, «i problemi di tutti i giorni», già Montini aveva chiesto ai «confessori di essere misericordiosi e capire le situazioni e perdonare o essere misericordiosi, comprensivi».

E questo è il piano pastorale di cui si è parlato e si parlerà anche nel cammino sinodale in corso. Ma vi è poi un piano culturale dell’enciclica che papa Bergoglio ha descritto in poche parole e con grande chiarezza. «Paolo VI – ha sottolineato – non è stato un antiquato, un chiuso. No, è stato un profeta, che con questo ci ha detto: guardatevi dal neo–malthusianismo in arrivo». Quest’ultima è una corrente di pensiero che, rifacendosi alle idee di Thomas Malthus, lo studioso che già alla fine del XVIII secolo sosteneva la necessità di limitare le nascite per non far crescere la povertà, teorizzò a partire dagli anni 60 la diffusione di massa delle pratiche anticoncezionali per disinnescare quella che veniva chiamata la «bomba demografica». In altri termini, la crescita molto più rapida della popolazione mondiale rispetto alla disponibilità delle risorse a disposizione, che – secondo i sostenitori della tesi – avrebbe portato a gravi carestie nei decenni successivi.

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