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sábado, 24 de octubre de 2015

ConsiglioSInodale: i nomi dei dodici già votati, tre per continente, con l'Asia e l'Oceania unite


Pell, Napier, Sarah, Chaput… I dodici eletti al nuovo consiglio sinodale



Quella sulla "Relatio finalis" non è l'unica votazione che ha impegnato i 270 padri sinodali, perché prima di questa, giovedì 22 ottobre, essi hanno anche votato per eleggere i dodici loro rappresentanti nel consiglio che affiancherà la segreteria del sinodo fino alla prossima assise ordinaria.

Il precedente consiglio sinodale ordinario era in vita dal 2012. E quindi questo è il primo che nasce durante il pontificato di Francesco.

Ai dodici eletti il papa ne aggiungerà altri tre di sua scelta. E solo allora i nomi dei quindici saranno resi noti ufficialmente, senza distinguere tra quelli eletti e quelli di nomina papale.

Ma intanto ecco i nomi dei dodici già votati, tre per continente, con l'Asia e l'Oceania unite:

AFRICA

- Cardinale Robert Sarah, prefetto della congregazione per il culto divino, guineano;
- Cardinale Wilfrid Fox Napier, arcivescovo di Durban, Sudafrica;
- Mathieu Madega Lebouakehan, vescovo di Mouila, Gabon.

AMERICHE

- Charles J. Chaput, arcivescovo di Philadelphia, Stati Uniti;
- Cardinale Marc Ouellet, prefetto della congregazione per i vescovi, canadese;
- Cardinale Óscar Rodríguez Maradiaga, arcivescovo di Tegucigalpa, Honduras.

ASIA e OCEANIA

- Cardinale George Pell, prefetto della segreteria per l'economia, australiano;
- Cardinale Luis Antonio G. Tagle, arcivescovo di Manila, Filippine,
- Cardinale Oswald Gracias, arcivescovo di Bombay, India.

EUROPA

- Cardinale Christoph Schönborn, arcivescovo di Vienna, Austria;
- Cardinale Vincent G. Nichols, arcivescovo di Westminster, Regno Unito;
- Bruno Forte, arcivescovo di Chieti-Vasto, Italia.

Al termine di ogni sinodo ordinario, queste votazioni sono sempre state lette come un eccellente indicatore degli orientamenti della gerarchia mondiale.

Ogni padre sinodale può votare un solo nome per volta e la votazione avviene per continente.

Il primo scrutinio – nel quale non capita quasi mai che uno ottenga la metà più uno dei voti necessaria per l'elezione – consente di individuare i dieci nomi più votati, sui quali si procede con un secondo e definitivo scrutinio, da cui escono eletti i tre con il maggior numero di voti.

Nelle votazioni di questo 22 ottobre il più votato in assoluto è stato un non cardinale: l'arcivescovo di Philadelphia Chaput.

Ma anche i cardinali Sarah e Pell hanno raccolto massicci consensi. Assieme a Napier, anche lui eletto, erano fra i tredici firmatari della lettera consegnata a papa Francesco all'inizio del sinodo. Segno che il grosso dei padri sinodali non ha dato minimamente retta alla campagna di discredito orchestrata contro di loro – già prima che la lettera divenisse di dominio pubblico – dal circuitogiornalistico-ecclesiastico che ha radici a Casa Santa Marta. E senza contare che anche Chaput, Madega Lebouakehan e il cardinale Ouellet, pur senza aver firmato la lettera dei tredici, appartengono allo loro stessa linea.

Una curiosità. Forte è entrato nella terna degli eletti per l'Europa grazie alla dispersione dei voti tra gli altri italiani. Infatti, i voti sommati dei cardinali Carlo Caffarra e Angelo Scola erano parecchi di più di quelli di Forte.


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