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domingo, 8 de febrero de 2015

Lavare la testa all’asino è fatica sprecata


Sinistra e destra unite nelle scemenze sulla Chiesa

di Rino Cammilleri


Dice l’antica saggezza siciliana che lavare la testa all’asino è fatica sprecata. Infatti, l’asino appena lavato usa andare a rotolarsi nella polvere per grattarsi. Il proverbio mi è venuto in mente, quando un caro amico mi ha segnalato il solito Augias sulla solita Repubblica e mi ha pregato di rispondere, magari sul Giornale. Nella sua rubrica di posta Augias risponde a un suo degno lettore e titola: “Ritorno al Medioevo”.

Il lettore dichiara: «Ho in orrore queste religioni d’amore, quali cheesse siano, che possono fare un tale scempio dell’individuo, spesso solo per le sue idee, talora persino grandiose». Ohibò, e a chi mai si riferisce? Al solito Giordano Bruno, ovvio. Di cui, statene certi (in base a quel che scrivono) né il lettore né chi gli risponde hanno capito granché. Non perché siano incolti, ma perché nessuno è mai riuscito a capire che cosa diavolo intendesse Giordano Bruno nelle sue fumisterie. La sua morte fu «fortemente voluta dal cardinale Bellarmino», dice Augias. Ecco basterebbe questo a far chiudere il giornale e rivolgersi al Grande Architetto dell’Universo perché si decida, una buona volta, a illuminare Augias e il suo lettore adorante. 
Insomma, l’Isis abbrucia un pilota musulmano e tutti i “laici” europei tirano fuori dal cassetto le solite minchiate ottocentesche contro la Chiesa e il Medioevo.
Rispondere? Invitarli a studiare e a leggersi libri recenti perché quelli di Voltaire hanno tre secoli?Seeeeh! Ricordate l’antico proverbio siciliano: con quelli è inutile perdere tempo, come disse Gesù ai discepoli riferendosi ai farisei. Il mio caro amico, che mi chiedeva di replicare magari sul Giornale? Bah. Stesso giorno, paginata sul Giornale. Titolone: “Nuovo Medioevo”. E te pareva. Firma, Fiamma Nirenstein, per altri versi lodevole in quanto unica nella difesa di Israele contro i politicamente corretti occidentali. Cito: «Papa Innocenzo promulgò nel 1252 la bolla “ad estirpanda” (in verità c’era la ‘x’ ed il maiuscolo, ndr) che da quel momento consentiva le torture più mostruose per costringere a improbabili confessioni, delazioni, conversioni». Cascano le braccia. Ma che volete che vi dica? Dovrei far notare ad Augias che all’esecuzione di Bruno c’erano solo i fiorai di Campo de’ Fiori e non tutti i pellegrini della Cristianità come sostiene lui? Che non si trattava di un monito contro i «protestanti» perché tutti i protestanti, tutti, avevano cacciato il mago (non filosofo) e l’avrebbero bruciato senza aspettare otto anni (di suppliche all’ex domenicano) come fece la Chiesa? Che, già l’anno dopo l’inaugurazione crispina del monumento al Bruno, a commemorarlo non c’erano nemmeno i massoni? No, sarebbe fatica sprecata. Avete provato ad allontanare le mosche dal concime? Si spostano e subito ritornano, incessantemente.

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