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domingo, 17 de febrero de 2013

Abbiamo intorno a noi una folla di "chierici" d’ogni genere

La scelta del Papa, lezione ai «chierici»

Davide Rondoni

UN GESTO CHE INTERROGA CHI NEGA IL REALE

Un gesto anticlericale. Contro il clericalismo, ovvero la presunzione che alligna ovunque (non solo e non soprattutto tra i cristiani) d’essere chierico indispensabile. D’essere chi ha capito, chi sa come stan le cose. D’esser l’illuminato. Insomma, un gesto contro la presunzione tipica del clericalismo. Questo ha fatto proprio lui, il Papa. Che essendo «servo dei servi» ha operato anche in questo caso un meraviglioso, durissimo rovesciamento. Suo è il gesto supremamente anticlericale. E non s’intende solo contro il clericalismo che può avvelenare il campo cattolico, ma anche del campo laico. I chierici e i nuovi chierici come amavano chiamarli prima Péguy e poi Pasolini sono coloro che sottomettono la realtà alla propria idea e rappresentazione. Presupponendo d’esser loro medesimi i garanti e i testimoni di tale idea e rappresentazione.

Abbiamo intorno a noi una folla di "chierici" d’ogni genere. Un tempo il termine indicava coloro che si dedicavano a una certa vita di studio e di monastero. Poi si sono indicati i preti, e infine coloro che nella società moderna hanno (o avrebbero voluto) sostituirsi a loro nella guida delle anime: intellettuali, professori, via via fino a giornalisti e opinionisti e politici d’ogni risma. Ora affoghiamo in un mare di chierici. I quali possono essere – come avvisava Péguy – clericali o anticlericali, cioè a favore o contro la Chiesa, ma si assomigliano nel metodo di "negare" il reale a favore della loro idea. Creando le premesse di ogni disastro, finanche politico e sociale. E possono essere – come avvisava Pasolini – conservatori o progressisti, ma somigliantissimi nella loro supponenza. E nel disastro che provocano.


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