Translate

lunes, 13 de enero de 2014

I russi che si dicono cristiani sono quadruplicati a 25 anni dalla dissoluzione dell’Unione Sovietica


Dopo 70 anni di ateismo di Stato,
 il 68 per cento dei russi si dichiara cristiano. Nel 1989 erano il 17

Leone Grotti

I russi che si dicono cristiani sono quadruplicati a 25 anni dalla dissoluzione dell’Unione Sovietica, pochissimi vanno a Messa. Resta critica la situazione della libertà religiosa negli ex Stati satellite dell’Urss


Se nel 1989 solo il 17 per cento dei russi si diceva cristiano ortodosso, oggi la percentuale è quadruplicata fino a 68. Lo rivela un’indagine condotta dall’indipendente Levada Center, che tra il 15 e il 18 novembre scorsi in 130 città ha intervistato a riguardo un campione di 1.603 persone.

CRISTIANI QUADRUPLICATI

Pochi mesi prima che l’Unione Sovietica si dissolvesse, quando l’ateismo era ancora l’ideologia propugnata dallo Stato, il 75 per cento dei russi affermava di essere ateo. Nel 1991 questa cifra è calata al 53 per cento, fino al 19 per cento del 2013. Oltre ai cristiani ortodossi, cresce anche la percentuale dei musulmani: dall’1 per cento del 1991 al 7 per cento del 2013.
Nonostante i numeri siano impressionanti, 70 anni di comunismo e ateismo di Stato hanno lasciato un segno indelebile nella società russa, come spiegava nel dettaglio a tempi.it lo storico e politologo russo Andrej Zubov. Lo stesso sondaggio rivela che solo il 4 per cento dei credenti si reca a Messa una volta alla settimana, il 35 per cento non si è mai recato in chiesa nella sua vita e appena il 17 per cento va a Messa due o tre volte all’anno. Il 62 per cento, inoltre, dichiara di non avere mai ricevuto la Comunione, contro l’83 per cento nel 1991.

LIBERTÀ RELIGIOSA A RISCHIO

Se l’appartenenza religiosa rinasce in Russia, in molti Stati satelliti dell’ex Unione Sovietica la situazione della libertà religiosa resta critica. In nome della “sicurezza nazionale”, nel 2011 il Kazakistan ha ristretto la libertà religiosa ai gruppi registrati o approvati dallo Stato, prevedendo pene severe per i trasgressori, ha imposto la censura sulle pubblicazione religiose e sulla costruzione di chiese.
Così, solo nel 2013, come riporta il gruppo Forum 18, 148 cristiani hanno ricevuto multe pari a due mesi di stipendio per aver commesso il «delitto» di partecipare a funzioni religiose “non riconosciute”. Decine di librerie sono state chiuse, bibbie, icone e altro materiale religioso è stato confiscato e messo al bando in quanto «estremista».

No hay comentarios:

Publicar un comentario