Verità e libertà,
da Costantino alla guerra in Siria
di Luca Fiore
16/05/2013 - Il Patriarca di Costantinopoli ai festeggiamenti per i 1700 anni dell'Editto del 313. Cronaca della "lectio magistralis" tenuta con il cardinale Angelo Scola. Tra storia e attualità, per illuminare le radici di una convivenza umana possibile
Forse pensa ai due vescovi siro ortodossi rapiti in Siria. Certamente ai tantissimi cristiani perseguitati in Medio Oriente. Per Bartolomeo I, patriarca di Costantinopoli, ricordare l’editto di Costantino del 313 d.C. significa parlare anche di attualità. Guardato dalle statue acefale della Sala delle cariatidi del Palazzo Reale di Milano e sotto gli occhi del cardinale Angelo Scola, del sindaco Giuliano Pisapia e di alcune centinaia di persone venute ad ascoltare la doppia lectio magistralis (sul tema «Conoscerete la verità e la verità vi farà liberi»), ha parlato anche del sangue dei martiri contemporanei: «Non abbiamo timore di quelli che usano la violenza contro i cristiani, perché la Resurrezione del Signore ha vinto anche la morte. Come cristiani non abbiamo paura delle persecuzioni, perché le persecuzioni sono la pagina d’oro della storia della nostra Chiesa, hanno esaltato santi, martiri ed eroi della fede. Ma non cessiamo di esprimere verso la Comunità internazionale la nostra protesta, perché 1700 anni dopo la concessione della libertà religiosa con l’Editto di Milano, continuano in tutto il mondo sotto molteplici forme, le persecuzioni». Appena prima erano risuonate nella sala del Palazzo reale le parole del saluto di Papa Francesco al «Fratello Andrea», l’espressione che Bergoglio aveva usato subito dopo la sua elezione per rivolgersi a Bartolomeo: dal successore di Pietro al successore dell’altro apostolo, suo fratello, appunto, sant’Andrea.............
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