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sábado, 24 de mayo de 2014

Fidel Castro: Ville, barche, donne, diamanti, delfini


Mentre il popolo moriva di fame, 
il comunista Castro viveva come 
un qualsiasi Lupo di Wall Street

Una sua ex guardia del corpo racconta i lussi che il lider maximo si concedeva alle spalle del popolo. Ville, barche, donne, diamanti, delfini



L’immagine di Fidel Castro che esce fuori dal libro di Juan Reinaldo Sánchez, sua ex guardia del corpo per 17 anni, non è esattamente quella che per anni ci è stata raccontata: un comunista tutto dedito al bene del pueblo. Anzi. A dar retta al suo gorilla, la sua sembra una vita più simile a quella di un qualsiasi Lupo di Wall Street. Uno di quelli contro cui si scagliava nelle sue lunghissime prediche anti-capitalistiche

LA VILLA E LA BARCA. In una biografia non autorizzata appena pubblicata in Francia (La vita nascosta di Fidel Castro, Edizioni Michel Lafon), Sánchez racconta che il líder maximo ha condotto la sua vita nel lusso, costringendo il popolo alla fame. In un ritratto impietoso e ricco di particolari, Castro è dipinto come un capitalista qualunque, proprietario di un’immensa villa a L’Avana provvista di pista da bowling, campo da basket, beauty-farm e centro medico personale. Una sorta di paradiso terrestre, di Eden, come un’altra sua residenza su un’isola privata che Castro raggiungeva a bordo di uno yacht super-lusso battezzato Aquarama II. Una barca costruita con legno proveniente dall’Angola e alimentata da quattro motori gentilmente offerti dal presidente sovietico Leonid Breznev. Lì, sull’isola di Cayo Piedra, Castro – circondato da delfini e allevamenti di tartarughe caraibiche - riceveva i suoi ospiti internazionali e personaggi del mondo della cultura come lo scrittore, da poco scomparso, Gabriel Garcia Marquez.

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