La “stabilità” non c’entra con il bene comune
di Danilo Quinto
I “venti della crisi” di Governo sono stati anticipati, qualche giorno fa, dal Presidente dei Vescovi italiani. Il Cardinale Bagnasco ha messo in guardia: «Ogni atto irresponsabile, da qualunque parte provenga, passerà al giudizio della storia».
Scomodare il giudizio della storia in rispetto ad atti che fanno parte della povera cronaca politica di questi anni. In nome di che cosa? Della “stabilità”, come ha chiarito monsignor Crociata, il Segretario dei Vescovi. Si “alza la voce” per difendere una questione astratta, che nulla ha a che fare con la realtà. Nulla ha fatto il Governo delle “larghe intese” sul piano delle riforme e su quello della ripresa. Tutti gli indicatori economici sono peggiorati, in perfetta continuità con il Governo precedente, quello presieduto da Mario Monti, anch’egli sostenuto dalla Cei. A noi non pare che questa posizione significhi tenere presente il bene comune.
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