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viernes, 12 de octubre de 2012

«Vangelo» vuol dire: Dio ha rotto il suo silenzio, Dio ha parlato, Dio c’è.


ANNO DELLA FEDE / SINODO

«Dio ha parlato. Ma come può saperlo l'uomo?»

di Benedetto XVI
09/10/2012 - In apertura della Prima Congregazione Generale di lunedì 8 ottobre 2012, dopo la lettura breve dell’Ora Terza, Benedetto XVI ha tenuto una meditazione. Ecco il testo
Cari Fratelli,
la mia meditazione si riferisce alla parola «evangelium» «euangelisasthai» (cfr. Lc 4,18). In questo Sinodo vogliamo conoscere di più che cosa il Signore ci dice e che cosa possiamo o dobbiamo fare noi. E’ divisa in due parti: una prima riflessione sul significato di queste parole, e poi vorrei tentare di interpretare l’Inno dell’Ora Terza «Nunc, Sancte, nobis Spìritus», a pagina 5 del Libro delle Preghiere.
La parola «evangelium» «euangelisasthai» ha una lunga storia. Appare in Omero: è annuncio di una vittoria, e quindi annuncio di bene, di gioia, di felicità. Appare, poi, nel Secondo Isaia (cfr. Is 40,9), come voce che annuncia gioia da Dio, come voce che fa capire che Dio non ha dimenticato il suo popolo, che Dio, il Quale si era apparentemente quasi ritirato dalla storia, c’è, è presente. E Dio ha potere, Dio dà gioia, apre le porte dell’esilio; dopo la lunga notte dell’esilio, la sua luce appare e dà la possibilità del ritorno al suo popolo, rinnova la storia del bene, la storia del suo amore.
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