Se anche piovessero soldi dal cielo,
non torneremo a crescere finché non ricominceremo a fare figli
Interessante analisi su Avvenire della situazione economica del Giappone, che stampa moneta e aumenta la spesa pubblica, ma è in recessione. Un monito per l’Europa e l’Italia
ABECONOMICS. Il Giappone, infatti, «spende soldi pubblici, stampa yen e prova anche a fare le riforme, ma alla fine è sempre più in crisi. Se in Europa Mario Draghi si è limitato a promettere che la Banca centrale europea è pronta a «qualsiasi cosa serva» per salvare l’euro, in Giappone il primo ministro Shinzo Abe e il governatore della Banca centrale Haruhiko Kuroda hanno già fatto di tutto per riportare la crescita in un’economia che ha messo in pausa il Pil ormai venticinque anni fa, quando lo scoppio della baburu keiki, la bolla speculativa nipponica, ha annientato la propensione all’investimento delle imprese e la voglia di consumi delle famiglie».
E IL RISULTATO? Eppure Abe le ha provate tutte: ha aumentato la spesa pubblica riversando una «montagna di soldi» per far ripartire il paese dopo lo tsunami del 2011. Ha dato le chiavi della politica in monetaria in mano a Kuroda con «l’obiettivo alzare l’inflazione al 2%» e «raddoppiare la base monetaria – la quantità di denaro in circolazione e nei depositi delle banche – in meno di due anni». La Banca del Giappone «stampa yen a ritmi forsennati per comprare, ogni anno, 50 mila miliardi di yen di titoli di Stato nipponici». Ha promesso liberalizzazioni in tutti i campi, non riuscendo, però, a mantenere fede alle sue promesse.
Risultato? «Il Giappone è appena tornato in recessione». Il Pil non cresce, mentre il debito pubblico è arrivato al «227% del Pil».
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