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jueves, 25 de junio de 2015

Analisi di un oscuramento che falsifica l'immagine di questo pontificato


L'altro Francesco: quello che predica la castità prima del matrimonio


Anche l'enciclica "Laudato si'" è stata letta in forma selettiva, ignorando i passaggi scomodi sulla "salute riproduttiva" e le differenze sessuali. Analisi di un oscuramento che falsifica l'immagine di questo pontificato

L'enciclica "Laudato si'" ha avuto su scala planetaria una risonanza enorme ma anche molto selettiva.

La proposta complessiva dell'enciclica è quella di una ecologia "integrale". E infatti nelle sue quasi duecento pagine c'è di tutto, dai massimi destini dell'universo alle piccole cose della vita quotidiana.

Ma proprio questa sua esuberanza enciclopedica, onnicomprensiva più che unitaria, ha indotto molti a pescare dal testo solo ciò che trovano più vicino alle proprie attese.

Un'interessante rivelazione sulla genesi dell'enciclica è stata fatta dal vescovo che ha lavorato più di altri alla sua stesura: Mario Toso, oggi alla guida della diocesi di Faenza, ma fino allo scorso gennaio segretario del pontifico consiglio della giustizia e della pace.

Ha detto in un'intervista al vaticanista svizzero Giuseppe Rusconi:

"L’enciclica, così come ci viene presentata oggi, mostra un volto diverso rispetto a quello della prima bozza, che prevedeva una lunga introduzione di carattere teologico, liturgico e sacramentale, spirituale. Se fosse rimasta l’impostazione iniziale, l’enciclica si sarebbe indirizzata più immediatamente al mondo cattolico. Papa Francesco, invece, ha preferito cambiare tale impostazione, spostando al centro e alla fine la parte teologica, nonché quella relativa alla spiritualità e all’educazione. In tal modo, ha ristrutturato il materiale messogli a disposizione, disponendolo secondo un metodo di analisi e di discernimento, implicante la considerazione della situazione, una sua valutazione e la prefigurazione di indicazioni pratiche di avvio alla soluzione dei problemi. Ha così desiderato coinvolgere il maggior numero di lettori, anche i non credenti, in un ragionamento in larga parte condivisibile da tutti".

Un'altra interessante osservazione è venuta da un economista che ha contribuito alla stesura non di questa enciclica ma della "Caritas in veritate" di Benedetto XVI, l'ex presidente dello IOR Ettore Gotti Tedeschi.

In un'intervista a "la Repubblica" e in un commento su "Il Foglio", ha detto che il senso profondo dell'enciclica lo si coglie solo quando a "Laudato si'" si aggiunge "mi' Signore". Perché la causa ultima del comportamento che porta al degrado ambientale "è il peccato, la perdita di Dio", mentre la causa prossima "è il consumismo esagerato indotto per compensare il crollo delle nascite nei paesi occidentali". Di questa causa prossima – ha aggiunto – "nell'enciclica non ho trovato spiegazioni soddisfacenti, probabilmente perché l'ho letta in fretta".

Veramente, a leggere con pazienza la "Laudato si'", un passaggio che coincide con le tesi di Gotti Tedeschi c'è, al paragrafo 50:

"Invece di risolvere i problemi dei poveri e pensare a un mondo diverso, alcuni si limitano a proporre una riduzione della natalità. Non mancano pressioni internazionali sui Paesi in via di sviluppo che condizionano gli aiuti economici a determinate politiche di 'salute riproduttiva'… Incolpare l’incremento demografico e non il consumismo estremo e selettivo di alcuni, è un modo per non affrontare i problemi".

Ma questo passaggio è stato trascurato da quasi tutti i media.

E la stessa trascuratezza è caduta sugli altri passaggi dell'enciclica in cui papa Francesco condanna l'aborto, nel paragrafo 120, le sperimentazioni sugli embrioni, nel paragrafo 136, la cancellazione delle differenze sessuali, nel paragrafo 155.

Va detto però che il quasi universale oscuramento di questi passaggi non può essere imputato alla loro poca evidenza nell'insieme sovrabbondante della "Laudato si'".

Perché lo stesso silenzio ha finora punito anche tutte le altre prese di posizione di papa Francesco su questi argomenti.

La riprova è che l'unica grossa polemica di dimensione mondiale recentemente scoppiata su materie del genere ha avuto per oggetto un'affermazione non del papa, ma del suo segretario di Stato, il cardinale Pietro Parolin.

È stata la polemica accesa dal suo lapidario giudizio sulla vittoria del "sì" nel referendum irlandese sul matrimonio omosessuale: "Una sconfitta dell'umanità".

Era martedì 26 maggio e il cardinale Parolin era stato in udienza dal papa la sera prima, quando il risultato del referendum era in testa a tutti i notiziari. Che il giudizio di Parolin fosse lo stesso del papa era al di là di ogni dubbio. "Parola per parola", ha confermato padre Federico Lombardi.

Ma nella narrazione di papa Francesco che continua a dominare nei media, simili giudizi non devono aver posto. Sono tabù. Il marchio indelebile del pontificato deve continuare ad essere: "Chi sono io per giudicare?".

E questo nonostante l'ininterrotto fluire di severi giudizi papali su aborto, divorzio, omosessualità, contraccezione, tutti in perfetta continuità con il precedente magistero della Chiesa.

Forse, ciò che facilita l'oscuramento mediatico di questi giudizi del papa è anche la cura con cui egli evita di far coincidere temporalmente le sue prese di posizione con accadimenti di forte impatto politico, come un referendum o l'approvazione di una legge, oppure di grande mobilitazione sociale, come a Parigi un corteo della "Manif pour tous" o a Roma l'imponente "Family Day" del 20 giugno.

Su accadimenti del genere Francesco tace del tutto o quasi. Per dire a voce alta ciò che gli sta a cuore egli sceglie altri momenti, più distanziati dalla pressione dei fatti.

E infatti sul referendum dell'Irlanda, come s'è visto, a parlare non è stato lui ma il suo segretario di Stato, contro il quale – e non contro il papa – si sono poi concentrate le critiche.

Questo sito ha già pubblicato due raccolte di tutti gli interventi di papa Francesco su aborto, divorzio, contraccezione, omosessualità, dalla fine di ottobre del 2014 – cioè dalla fine della prima sessione del sinodo sulla famiglia – all'11 maggio di quest'anno. Ed erano in tutto 39 interventi:

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Leggi tutto: chiesa.espresso.repubblica.it


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