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miércoles, 2 de julio de 2014

Una famiglia Lego composta da mattoncini da assemblare a proprio piacimento


Una versione pirandelliana della famiglia
made in England

di Tommaso Scandroglio 

Questa è una storia made in England davvero dai tratti pirandelliani, dove nessuno è solo quello che sembra, ma veste gli abiti e i ruoli di più personaggi. Andiamo con ordine. Judith marcia spedita verso i 50 anni, ma vuole essere madre ancora per la quinta volta affinchè, così ha dichiarato, la sua ultima figlia di sette anni abbia un fratellino con cui giocare. Con il secondo marito di nome Mark si reca allora nel 2011 al centro per la sterilità del James Cook Hospital di Middlesbrough e si sottopone a fecondazione artificiale.

Tutto pare andare per il verso giusto ma alla 21° settimana la donna perde il bambino.Proprio nel parcheggio antistante alla camera mortuaria del Newcastle Royal Victoria Infirmary dove giace il corpicino del bimbo, Leanne, la figlia 26enne di Judith che è single e già madre di un bambino, lancia una proposta davvero singolare a sua mamma: «Se volete provare di nuovo io vi aiuterò. Ti farò da madre surrogata se tu lo vuoi». Passano due mesi di riflessione e nel Natale del 2011 i coniugi Roberts accettano l’idea della figlia.

Il patrigno di Leanne consegna il proprio liquido seminale alla figliastra e questa, con una siringa che si usa per alimentare i neonati, si inietta lo sperma di Mark nelle vie genitali.Una sorta di maternità Ikea, una genitorialità self-made potremmo definirla. Al primo tentativo ecco che Leanne rimane incinta. Per dare la lieta notizia alla madre mette il test di gravidanza in un pacco regalo e lo consegna all’entusiasta Judith. Passano i mesi e il pancione cresce. Judith e Mark allora pagano per fare un’ecografia in 4D al piccolo.

Leanne guarda il bambino nello schermo e le si mescola il sangue nelle vene: «La scansione era molto dettagliata – racconta – e il bambino è diventato improvvisamente molto reale ai miei occhi. Quando ci hanno detto che era una bambina, ho sentito un primo slancio materno verso di lei e, a quel punto, un piccolo dubbio ha cominciato ad insinuarsi in me, ma l’ho messo a tacere».

Il dissidio però dura poco e non molto tempo dopo Leanne arriva alla decisione di tenersi la bambina: «Ho capito che il legame con questa bambina era più forte di quello con mia madre». A quel punto manda in avanscoperta dai genitori un avvocato che spiega che l’accordo in merito alla maternità surrogata – accordo mai formalizzato nero su bianco – è ormai sciolto.

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