L’arcivescovo di Torino contro le schede lgbt del Comune:
insegnanti e genitori si oppongano all’ideologia del gender
Cesare Nosiglia
L’arcivescovo di Torino e vicepresidente della Cei, Cesare Nosiglia, è intervenuto sul settimanale diocesano La voce del popolo a proposito delle schede lgbt apparse (poi rimosse e poi di nuovo riapparse) sul sito del Comune di Torino. Come sapete, il caso, sollevato da tempi.it, era stato al centro di un’interpellanza da parte del consigliere Silvio Magliano (Ncd), poi duramente attaccato dalle associazioni gay. Di seguito riportiamo l’intervento dell’arcivescovo.
La lettura ideologica del “genere” è una vera dittatura che vuole appiattire le diversità, omologare tutto fino a trattare l’identità di uomo e donna come pure astrazioni»: è questo un passaggio della prolusione del presidente della Conferenza Episcopale Italiana al recente Consiglio episcopale permanente che critica l’iniziativa di tre opuscoli – destinati rispettivamente alla scuola primaria, alla scuola secondaria di primo e secondo grado – intitolati «Educare alla diversità a scuola» e recanti linee-guida per un insegnamento più accogliente e rispettoso delle differenze.
Il confronto all’interno del Consiglio Permanente ha messo in risalto la preoccupazione dei vescovi per forzature che rischiano di colpire pesantemente la famiglia, di associare in maniera indebita religione e omofobia, di presentare come pacifico l’assunto circa l’indifferenza della diversità sessuale dei genitori per la crescita del figlio e di spingere verso il matrimonio tra soggetti dello stesso sesso. «I vescovi – si dice ancora nella prolusione – avvertono la necessità di investire con generosità e rinnovato impegno nella formazione, risvegliando le coscienze di genitori, educatori, associazioni, consulte di aggregazioni laicali e istituzioni di ispirazione cristiana in merito a quella che si rivela una questione antropologica di rilevante urgenza».
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