Translate

lunes, 8 de junio de 2015

La battaglia però non è solo perduta, ma è fuorviante, se viene condotta in una prospettiva puramente sociologica, con l’unico fine di “ridurre il danno”.


Un modo sbagliato di difendere la famiglia


di Roberto de Mattei

L’Italia, e la città di Roma in particolare, sarà teatro nei prossimi mesi di due importanti battaglie: la prima si svolgerà in Parlamento sul disegno di legge Cirinnà, che propone il riconoscimento giuridico del pseudo-matrimonio omosessuale; la seconda avverrà nell’aula del Sinodo sull’“apertura” ai divorziati risposati e alle coppie omosessuali. In entrambi i casi, è al centro della discussione un tema di primaria importanza: il futuro della famiglia e del matrimonio, aggrediti da lobby politiche e mediatiche visceralmente anticristiane.

Di fronte a questa aggressione, molte iniziative si possono prendere e tutte sono lodevoli: pubblicazioni di libri e di articoli, petizioni, conferenze, manifestazioni di piazza. E’ importante comprendere però che l’unica possibilità di vincere è quella di combattere a viso aperto confidando nell’aiuto della Grazia divina. Umanamente parlando, infatti, la sproporzione di forze è tale da rendere impossibile una vittoria con le pure forze di cui i difensori della famiglia dispongono.

La battaglia però non è solo perduta, ma è fuorviante, se viene condotta in una prospettiva puramente sociologica, con l’unico fine di “ridurre il danno”. In un articolo su “La nuova Bussola quotidiana” dell’8 giugno, (cfr. qui) il sociologo Massimo Introvigne, vice-responsabile nazionale di Alleanza Cattolica, spiega che il disegno di legge Cirinnà è una trappola, perché offre su un piatto d’argento alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU) la possibilità di imporre le adozioni omosessuali. Il CEDU ha infatti stabilito che una volta introdotte le unioni civili, un Paese che ha ratificato la Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo non può escludere l'adozione, dal momento che ciò costituirebbe una “disparità di trattamento”, e quindi una discriminazione illecita fra coppie omosessuali e coppie eterosessuali unite civilmente. Il ddl Cirinnà è dunque colpevole di introdurre surrettiziamente le adozioni che verrebbero imposte dai giudici sulla base della giurisprudenza europea.

Qual è la proposta di Introvigne? Quella di evitare che un’eventuale legge parli sia di “matrimonio omosessuale” che di “unioni civili” tra omosessuali. Il 3 giugno, nella sede romana del comitato Sì alla famiglia, è stata presentata una lettera, promossa dallo stesso Introvigne e dal magistrato Alfredo Mantovano, e sottoscritta da 58 intellettuali, in cui si invitano i parlamentari italiani a sostenere le “proposte di legge che consolidano sotto forma di testo unico i diritti e i doveri che derivano da ogni convivenza in materia di visita in ospedale o in carcere, diritto all'abitazione e così via” e a “riconoscere i diritti e i doveri dei conviventi omosessuali tramite uno strumento che non usi l'espressione «unioni civili» e che non sia la «stessa cosa» del matrimonio”.

Lo strumento è stato lanciato dallo stesso Comitato, lo scorso il 16 gennaio, sotto forma di una proposta di legge dal titolo Testo unico sui diritti dei conviventi. Questo documento “esplicita” e raccoglie in un “sistema chiuso”, una serie di norme esistenti, riconoscendo le convivenze etero e omosessuali come un categoria giuridica foriera di diritti in quanto tale (cfr. qui e qui).

Nella lettera dei 58 intellettuali, molti dei quali rispettabili, ma forse alquanto sprovveduti in materia giuridico-morale, non solo viene riconosciuto lo status giuridico dei conviventi omosessuali e eterosessuali, purché tale status non venga denominato “unione civile”, ma neppure una parola di condanna è espressa nei confronti della omosessualità in quanto tale. I firmatari del documento sembrano convinti che si possa solo rallentare l’irreversibile avanzata del nemico, professando la massima del “cedere per non perdere”. Si comincia con accettare per esempio il principio che gli omosessuali e i conviventi non omosessuali siano titolari di diritti ma rifiutando il riconoscimento delle unioni civili; quindi si ammetterà l’unione civile, a patto di non definirla matrimonio; infine si accoglierà il matrimonio omosessuale, ma respingendo l’adozione dei bambini. E poi?

.............................






No hay comentarios:

Publicar un comentario