Translate

domingo, 15 de marzo de 2015

Lusso e jihad. Villa nel Surrey, scuola elitaria, matrimonio imperiale. Qureshi, il cuore tenero a favore della lapidazione


La dolce vita del capo della ong dei diritti umani

di Giulio Meotti


Vecchia storia quella dei ricchi che flirtano con l’estremismo politico pretendendo di fare del bene. Come dimenticare la cena a casa del grande Leonard Bernstein a Park Avenue, dove i capi delle Pantere nere spiegarono come volevano rovesciare il governo degli Stati Uniti a Paul McCartney e Norman Mailer, Jason Epstein e Robert Silvers, lo psichiatra dei bambini Robert Coles e Mary McCarthy? Oppure che Ulrike Meinhof era la figlia di un direttore di museo e che viveva in una villa, e come lei gli altri terroristi, tutti ragazzi della Germania rispettabile, figli di quella classe di funzionari dello stato, magistrati, poliziotti, attori, professori, avvocati, industriali che essi volevano rovesciare. E ad aiutarli, a dare loro rifugio e denaro, non furono politicanti o agitatori, ma intellettuali, professori universitari, scultori, sacerdoti, teologi, attori, giornalisti.

Adesso c’è la vicenda di Asim Qureshi. E’ il capo della ong dei diritti umani Cage, che dopo la rivelazione dell’identità di “Jihadi John” non soltanto lo ha definito “beautiful, gentle young man”, ma ha anche accusato la società inglese di essere colpevole per la radicalizzazione della sua gioventù: “Abbiamo ora la certezza che ci sono gruppi di giovani britannici la cui vita non solo è stata rovinata dai servizi segreti, ma che si sono dati alla violenza a causa delle politiche anti terrorismo adottate dalla Gran Bretagna”, ha detto Qureshi. Poi, in un video ripreso di fronte all’ambasciata americana a Londra, si vede Qureshi inveire contro l’occidente e a favore del jihad. Il capo della ong invita a “sostenere il jihad dei nostri fratelli e sorelle in Iraq, Afghanistan, Palestina e Cecenia”. E ancora: “Quando vediamo Hezbollah sconfiggere le armate di Israele, sappiamo dov’è la soluzione e la vittoria. Allahu Akbar!”.

..............

Leggi tutto: www.ilfoglio.it

No hay comentarios:

Publicar un comentario