Translate

lunes, 3 de junio de 2013

«Ci hanno tagliato le gambe e le braccia e ci hanno lasciati liberi di correre».

«Caro Hollande, 
la nostra umanità non si fabbrica»



di Silvio Guerra

Sono scesi in piazza per la quarta volta. Monaci, mamme con carrozzine
e giovani "veilleurs". Manifestazioni pacifiche. Eppure, in tanti casi represse dalla polizia. Ma cosa infiamma davvero la Francia contro la legge sulle nozze gay?


Parigi, manifestazione del 26 maggio.

Ancora in piazza, per la quarta volta. Ancora centinaia di migliaia di persone, nel solito tira molla dei numeri. Un milione per gli organizzatori, molti meno per la polizia. Parigi con domenica 26 maggio non smette di essere il palcoscenico della protesta contro la legge che autorizza il matrimonio e l’adozione per le coppie omosessuali. Di fronte a passeggini, mamme, religiosi e giovani “armati” di cartelli e slogan, ancora una volta, un imponente schieramento di forze dell’ordine. La prima volta era stata il 24 marzo. E lì erano partiti i primi arresti: era stata una manifestazione pacifica, ma alcuni avevano avuto la colpa di sbagliare il percorso. Il 15 aprile ancora arresti, 67, per disturbo della quiete pubblica. Il Governo, il 22 aprile, giorno di approvazione della legge, schiera davanti all’Eliseo 1.200 poliziotti a fronteggiare un “pericoloso” esercito di famiglie armate di bimbi e passeggini.

Quella stessa sera nascono i veilleurs, i veglianti. Gruppi spontanei di giovani che si ritrovano in vari punti di Parigi e in altre città della Francia, per protestare pacificamente leggendo testi di vari autori. E anche qui, minacce continue di arresto, per manifestazione non autorizzate e occupazioni del suolo pubblico. Ma i giovani non si fermano. E tutte le sere si ritrovano nelle piazze. Un clima che si fa incandescente alla vigilia del 26 maggio, dove chi detiene le “redini” del potere sembra letteralmente impazzire. Le minacce ai veilleurs, l’invito alle mamme a non portare i bimbi in piazza domenica da parte del Ministro dell’Interno, Manuel Valls, e l’arresto di 50 ragazzi fermati con la maglietta della manifestazione.

Questa lunga litania non toglie nessuna certezza; mostra la cecità del potere che non toglie più solo gli zeri alle cifre dei partecipanti delle manifestazioni. Non elimina più solo simbolicamente chi protesta, ma passa a una fase ulteriore: ti spazza via fisicamente. Il clima di violenza che le forze dell’ordine denunciano è paradossalmente voluto e quindi creato per spaccare l’onda d’urto popolare contro una legge inutile e quindi ingiusta.

Il paese delle libertà e dei diritti dell’uomo sta diventando un nuovo gulag del ventunesimo secolo. I paletti “sono conficcati nel terreno”. A quando il filo spinato? Come scriveva Saint Exupéry: «Ci hanno tagliato le gambe e le braccia e ci hanno lasciati liberi di correre».

Eppure domenica siamo in piazza. Forse un milione. Abbiamo risposto alla provocazione della manifestazione con lo stesso desiderio della moltitudine di persone e di vite che ci sfilano davanti: famiglie, giovani, nonni, persone anziane che tengono ad essercie a dire, fino all’ultimo fiato, che non vogliono questa legge.

....

No hay comentarios:

Publicar un comentario