Il poco ecumenico Patriarca di Mosca:
"Roma? Ognuno pensi ai propri affari"
di Matteo Matzuzzi
Per la prima volta, il patriarca di Mosca Kirill ha rilasciato una lunga intervista a una testata laica, la Tass. Dalle sue parole non c'è alcuno spazio a quelle aperture ecumeniche che a Roma sperano di intravedere da anni, anzi. Nonostante il lavoro attento e prudente del cardinale Kurt Koch, titolare del Pontificio consiglio per la promozione dell'Unità dei cristiani e la spinta data da Francesco fin dal giorno della sua elezione, Kirill continua a opporre un muro che pare invalicabile: "I fedeli ortodossi orientali e quelli cattolici di Roma appartengono a nazioni differenti con antiche differenti tradizioni. Ognuno di noi deve focalizzarsi sui propri affari e non deve intromettersi nelle questioni dell'altro", si legge nella traduzione pubblicata da AsiaNews. Quanto al fatto che la chiesa cattolica è considerata più aperta e meno conservatrice rispetto a quella ortodossa, il patriarca osserva che "è bello sentire le accuse contro la Chiesa perché mantiene fedeltà ai suoi princìpi fondamentali". Belle parole riguardo Francesco: "Ho sincero rispetto per lui e per il fatto che mantiene stretti legami con la tradizione monastica che lo ha formato", ma "non penso che io debba commentare lo stile di vita del primate della Chiesa cattolica di Roma e sono fiducioso che neppure lui farebbe commenti sul mio".
La preoccupazione maggiore, quella che "non mi fa dormire tranquillo", è ciò che sta accadendo in Ucraina: "Dal punto di vista della riconciliazione, invitiamo le parti in conflitto in Ucraina alla prudenza. I semi dell'ostilità germoglieranno in futuro in frutti avvelenati". Quanto alle divisioni tra le chiese in Ucraina – comprese quelle all'interno della galassia ortodossa – Kirill ha osservato come la situazione politica e militare è sfruttata dalle comunità scismatiche, al punto che "è in corso il sequestro violento" di parrocchie della Chiesa ortodossa russa.
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Leggi tutto: www.ilfoglio.it
di Matteo Matzuzzi
Per la prima volta, il patriarca di Mosca Kirill ha rilasciato una lunga intervista a una testata laica, la Tass. Dalle sue parole non c'è alcuno spazio a quelle aperture ecumeniche che a Roma sperano di intravedere da anni, anzi. Nonostante il lavoro attento e prudente del cardinale Kurt Koch, titolare del Pontificio consiglio per la promozione dell'Unità dei cristiani e la spinta data da Francesco fin dal giorno della sua elezione, Kirill continua a opporre un muro che pare invalicabile: "I fedeli ortodossi orientali e quelli cattolici di Roma appartengono a nazioni differenti con antiche differenti tradizioni. Ognuno di noi deve focalizzarsi sui propri affari e non deve intromettersi nelle questioni dell'altro", si legge nella traduzione pubblicata da AsiaNews. Quanto al fatto che la chiesa cattolica è considerata più aperta e meno conservatrice rispetto a quella ortodossa, il patriarca osserva che "è bello sentire le accuse contro la Chiesa perché mantiene fedeltà ai suoi princìpi fondamentali". Belle parole riguardo Francesco: "Ho sincero rispetto per lui e per il fatto che mantiene stretti legami con la tradizione monastica che lo ha formato", ma "non penso che io debba commentare lo stile di vita del primate della Chiesa cattolica di Roma e sono fiducioso che neppure lui farebbe commenti sul mio".
La preoccupazione maggiore, quella che "non mi fa dormire tranquillo", è ciò che sta accadendo in Ucraina: "Dal punto di vista della riconciliazione, invitiamo le parti in conflitto in Ucraina alla prudenza. I semi dell'ostilità germoglieranno in futuro in frutti avvelenati". Quanto alle divisioni tra le chiese in Ucraina – comprese quelle all'interno della galassia ortodossa – Kirill ha osservato come la situazione politica e militare è sfruttata dalle comunità scismatiche, al punto che "è in corso il sequestro violento" di parrocchie della Chiesa ortodossa russa.
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