Usa, Montana. Dopo le nozze gay parte la battaglia per legalizzare la poligamia
di Leone Grotti
Nathan Collier è pronto a fare causa allo Stato se non riconoscerà la sua situazione poligamica. È stato ispirato dalla sentenza che ha legalizzato i matrimoni gay
Per Nathan Collier è un problema di «uguaglianza». L’uomo americano del Montana si è lasciato «ispirare dall’ultima sentenza della Corte suprema», che ha legalizzato il matrimonio gay in tutti gli Stati Uniti, e ha deciso di battersi perché venga riconosciuta la poligamia.
POLIGAMIA.
Come riporta l’Associated Press, Collier, 46 anni, è regolarmente sposato con Victoria dal 2000. Nel 2007 si è sposato anche con Christine con una funzione religiosa, senza chiedere il riconoscimento civile dell’unione per non essere accusato di poligamia. Quando i mormoni hanno scoperto il doppio matrimonio l’hanno scomunicato e ora l’uomo non appartiene a nessuna chiesa riconosciuta. I tre hanno in tutto sette figli.
LA RICHIESTA.
LA RICHIESTA.
«La mia seconda moglie, Christine, con la quale non sono legalmente sposato, ha sopportato i miei problemi per un sacco di anni. Ora lei merita di essere legittimata», afferma Collier all’Ap. Per questo il 30 giugno si è recato nel suo Comune di residenza per registrare la seconda unione. «La legge ancora non prevede la poligamia», gli ha risposto un dipendente del Comune. «Però [quest’uomo] merita una risposta».
«PROBLEMA DI UGUAGLIANZA».
«PROBLEMA DI UGUAGLIANZA».
Collier sa che la sua richiesta verrà respinta. Ma, ha aggiunto, «quando mi diranno “no”, farò causa. È tutto un problema di uguaglianza. Non può esserci uguaglianza senza la legalizzazione della poligamia». Anne Wild, attivista che lavora per il riconoscimento della poligamia, pensa di poter vincere anche questa battaglia: «Noi speriamo che la decisione della Corte Suprema indichi la direzione che la nazione ha preso. È più liberale, più comprensiva verso le persone che formano famiglie nel modo che vogliono».
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