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sábado, 12 de diciembre de 2015

Il mondo è pieno di gente povera e oppressa che non si dà al terrorismo ed è pieno di gente che si dà al terrorismo ma non è né povera


Se le vittime sono sempre colpevoli e i carnefici sempre innocenti



di Giovanna Jacob


Ogni volta che i terroristi fanno qualche strage in Occidente, i sessantottini non ce la fanno proprio a condannare i terroristi senza qualche “ma”, “se”, “però”


Caro direttore, dall’11 settembre 2001 al 2 dicembre 2015 si sono verificati una serie di fatti molto importanti inerenti al rapporto fra civiltà occidentale e civiltà islamica. Dall’11 settembre 2001 al 2 dicembre 2015 i media non hanno descritto i fatti ma hanno accumulato, una sopra l’altra, innumerevoli interpretazioni dei fatti. Lo strato delle interpretazioni sovrapposte è ormai talmente spesso che i fatti ne sono occultati. Le più diffuse sono due: una in chiave marxista e una in chiave anti-Huntington. A questo punto quello che bisogna fare non è aggiungere un’altra interpretazione, presumibilmente migliore, ma confutare queste interpretazioni alla luce dei fatti stessi che esse occultano.

I sostenitori dell’interpretazione in chiave marxista sono gli stessi che negli anni ’70 stavano apertamente dalla parte di Ho Chi Min, Pol Pot e chiunque combattesse contro gli Usa, potenza liberal-capitalista per eccellenza. Di norma, o ignoravano o fingevano di ignorare o minimizzavano l’entità dei crimini commessi da chiunque combattesse contro gli Usa o addirittura ne addossavano la responsabilità agli Usa stessi. Ad esempio, quando si venne a sapere che in Cambogia era in atto in genocidio di vaste proporzioni, molti di loro (fra cui l’anti-Fallaci Tiziano Terzani) si dissero convinti che a massacrare i cambogiani fossero agenti della Cia travestiti da Khmer Rossi… (per la cronaca, tra il 1975 e il 1979 i Khmer Rossi di Pol Pot, non gli agenti della Cia, hanno liquidato circa 2,5 milioni di persone). Oggi questi sessantottini, che hanno superato da un pezzo la sessantina, non riescono a provare molta antipatia per i terroristi, dal momento che i terroristi combattono contro gli Usa. Quindi cercano di minimizzare le colpe dei terroristi islamici, descrivendoli come “vittime” dell’imperialismo occidentale. E il bello è che poi gli stessi ti dicono anche che Al Qaeda e l’Isis sarebbero stati creati e finanziati dagli Usa. Quindi, nella visione vetero-marxista i terroristi religiosi da una parte combatterebbero contro il fantomatico “imperialismo” degli Usa e dall’altra sarebbero stati creati proprio dagli Usa… La logica elementare non sembra davvero essere il loro forte.

Per capire in che senso i taglia-teste sarebbero “vittime” da scusare, bisogna ripassare brevemente i fondamentali del marxismo in chiave terzomondista. Dunque, per il marxismo l’umanità si dividerebbe in due “classi” che lotterebbero ininterrottamente fra loro (“lotta di classe”): ricchi (borghesi-capitalisti) e poveri (lavoratori-proletari). I primi sfrutterebbero i secondi, che di conseguenza avrebbero il diritto e il dovere di ribellarsi con la violenza “rivoluzionaria”. Ieri i ricchi avrebbero sfruttato i poveri all’interno dei paesi occidentali, oggi i paesi occidentali (ricchi, capitalisti) sfrutterebbero economicamente i paesi del Terzo Mondo (poveri), consumando da solo il 75% delle risorse mondiali. Non ancora sazi, nello scorso decennio avrebbero mandato gli eserciti in Afghanistan, Iraq, Libia e Siria solo per prendersi qualche pozzo di petrolio in più (le famose “guerre del petrolio”). Contemporaneamente, proprio all’interno dei paesi occidentali, gli autoctoni sfrutterebbero economicamente ed emarginerebbero socialmente gli immigrati musulmani. Stanchi di essere maltrattati dentro e fuori i loro paesi, alcuni islamici sceglierebbero dunque la strada della rivolta armata. Anche se dicono e credono di avere obiettivi religiosi, in realtà i terroristi avrebbero solo obiettivi squisitamente politico-economici: liberare i popoli musulmani dall’oppressione occidentale.

Ogni volta che i terroristi fanno qualche strage in Occidente (e con quella di San Bernardino siamo a sette), i sessantottini sessantenni non ce la fanno proprio a condannare i terroristi senza qualche “ma”, “se”, “però”. “Gli attentati di New York, Madrid, Londra, Parigi e San Bernardino”, dicono “sono conseguenze delle guerre del petrolio iniziate da Bush”. Dunque dal loro punto di vista la colpa dei suddetti attentati non ricade sui terroristi che li hanno fatti ma sulle vittime stesse. Di conseguenza, queste ultime farebbero bene a subire in silenzio sia perché, in fondo, se lo meriterebbero sia perché se provassero a reagire, innescherebbero la “spirale delle violenze”: «Se alla violenza del loro attacco alle Torri Gemelle noi risponderemo con una ancor più terribile violenza – ora in Afghanistan, poi in Iraq, poi chi sa dove -, alla nostra ne seguirà necessariamente una loro ancora più orribile e poi un’altra nostra e così via. Perché non fermarsi prima?» (Tiziano Terzani, San Francesco e il sultano, Corriere della sera, 7 ottobre 2001).

Per demolire gli argomenti marxisti, basta confrontarli con un poco di realtà. In primo luogo, è vero che l’Occidente consuma il 75% delle ricchezze mondiali ma è altrettanto vero che, prima di consumarle, le produce. Inoltre, riversa ogni anno montagne di miliardi di aiuti ai paesi africani e compra petrolio dai paesi arabi. Invece che per aiutare i poveri dei loro paesi, i satrapi africani usano i soldi occidentali per ingrassare i loro conti e per finanziare le loro guerre tribali (parola di Dambisa Moyo). Invece che per creare posti di lavoro nei paesi musulmani, gli emiri usano i soldi del petrolio per farsi installare rubinetti d’oro, per aprire moschee e centri culturali islamici nei paesi occidentali e per finanziare i terroristi dell’Isis.

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