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viernes, 18 de diciembre de 2015

Cosa fare verso le leggi ingiuste su vita e famiglia?


Leggi contro vita e famiglia: 
istruzioni alla resistenza
di Stefano Fontana


Cosa fare verso le leggi ingiuste su vita e famiglia? Il problema è serio, molto serio. 

Nei confronti di leggi come la Taubira in Francia, che ammette il matrimonio per tutti; oppure davanti a sentenze come quella della Corte costituzionale italiana che dichiara costituzionale il diritto al figlio e, quindi, la fecondazione eterologa; oppure davanti a leggi come i disegni Cirinnà e Fedeli nel caso venissero approvati dal Parlamento, cosa fare? Se ne occupa il numero in edicola del Bollettino di Dottrina sociale della Chiesadell’Osservatorio Cardinale Van Thuân che contiene riflessioni dell’arcivescovo Crepaldi, Raffaella Frullone, Gianfranco Cerrelli, Samuele Cecotti, Danilo Castellano e per la Spagna Benigno Blanco, per la Francia Michel Pinton, per l’America latina Juan Alberto Treglia.

«Il problema si è fatto radicale», spiega l’arcivescovo Giampaolo Crepaldi nel suo editorale: si stapassando dalla tolleranza al diritto, come è stato per esempio evidente nella sentenza della Corte suprema Usa che ha obbligato tutti gli Stati a introdurre il riconoscimento giuridico del “matrimonio omosessuale”. Abortire, sposarsi con un partner omosessuale, produrre un figlio con l’eterologa stanno diventando diritti promossi dallo Stato e insegnati nelle scuole. Non meno pericoli arrivano però anche a livello locale, per esempio, dai Comuni sicché «la battaglia contro le leggi ingiuste concerne tutti i livelli della legge, dalla Costituzione alle delibere di una Giunta comunale».

Cosa fare, quindi? All’indomani della sentenza della Corte costituzionale sull’eterologa, l’OsservatorioVan Thuân aveva proposto di spostare anche in Italia la lotta sul piano della stessa Costituzione, iniziando una battaglia culturale e politica per inserirvi clausole di garanzia, come è successo in Croazia o nella Repubblica Ceca. Ma pochi hanno aderito. Raffaella Frullone propone di agire dal basso e porta l’esempio del referendum costituzionale in Croazia, della mobilitazione di piazza in Francia, della lotta contro la riforma Zapatero e gli inganni del Partito Popolare in Spagna, la manifestazione “Difendiamo i nostri figli” del 20 giugno 2015 in Italia.

Anche Benigno Blanco, già Presidente del Foro de la Familia, equivalente dell’italiano del Forum delleassociazioni familiari, è per una lotta a partire dalla società civile. Egli riferisce del tradimento dei politici spagnoli sul tema della vita ed è del parere che «ognuno di noi deve assumersi la responsabilità che in questo momento i governanti hanno scelto di abbandonare». L’indicazione è corretta, la strada percorribile. Tuttavia Michel Pinton, dall’interessante prima linea francese, avverte che ormai l’attacco ha tutta la forza di una nuova religione, che lui chiama “neo-catarismo”. Tutto ha avuto inizio con la contraccezione chimica, da allora il corpo è stato inteso come uno strumento, con tutto quelle che ne è seguito. Se si tratta di una “nuova religione” bisogna lottare perché lo Stato, nella sua laicità, non la faccia propria. Anche questa è una via percorribile, ma forse un po’ ingenua: lo Stato l’ha già fatta propria in quanto la laicità come neutralità non esiste.

Samuele Cecotti e Danilo Castellano spostano il punto più a monte. Occorre una riflessione sullamodernità e soprattutto sul principio di autodeterminazione, che è intimamente contraddittorio: per difendere il diritto all’autodeterminazione si nega un altro diritto, quello all’obiezione di coscienza, che pure riguarda l’autodeterminazione. Da qui la proposta di lottare contro il liberalismo moderno che ha contrapposto tra loro due concezioni diverse di coscienza e di obiezione di coscienza. Questa opposizione è ormai fatta propria dagli Stati e dalle legislazioni e quindi quello dell’obiezione di coscienza sarà un terreno di scontro eminentemente politico nel prossimo futuro.

Nel numero del Bollettino è soprattutto Giancarlo Cerrelli ad occuparsi di cosa fare in Italia dopol’infausta sentenza della Consulta sull’eterologa. Secondo lui si lotta contro questa deriva tornando al “principio di realtà” e operando dall’interno stesso del mondo giuridico per contrastare l’uso tecnocratico del diritto, come strumento per cambiare la realtà e il corso della storia. In Italia sono state le sentenze dei giudici e non il Parlamento a smontare la legge 40 sulla fecondazione artificiale e le cosiddette “Unioni civili” sono già in atto grazie a sentenze giurisprudenziali strumentali anche se il relativo disegno di legge giace ancora in Parlamento.

Il numero del Bollettino di Dottrina sociale della Chiesa dal titolo “La lotta contro le leggi ingiuste suvita e famiglia” può essere acquistato oppure si può sottoscrivere l’abbonamento alla rivista scrivendo abollettino@edizionicantagalli.com, oppure a: info@vanthuanobservatory.org.

Leggi tutto: www.lanuovabq.it


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