"Pepe" Mujica, il falso mito della sinistra latinoamericana
di Marinellys Tremamunno
Ex guerrigliero, ex presidente dell’Uruguay, considerato dalla sinistra europea che vive di miti come il modello per ogni governo, anche per la sua “povertà” di vita personale, , che si definisce “non credente”, è tornato ieri, 28 maggio, in Italia per un tour che lo ha visto tra l’altro ricevuto in udienza privata in Vaticano da papa Francesco. È la seconda volta che Mujica incontra il Papa, la prima era stata una visita ufficiale nel 2013, quando era ancora la massima carica della piccola repubblica sudamericana.
L’ex guerrigliero di ottanta anni ha approfittato del suo viaggio in Italia anche per far risuonare ancora il suo pensiero “profetico” (almeno per certa sinistra) con la presentazione della prima biografia autorizzata: “La felicità al potere”, libro in cui è contenuta anche un’intervista esclusiva rilasciata a Montevideo a Cristina Guarnieri, direttrice della casa editrice Eir. A fare da testimonial non potevano certo mancare lo scrittore Roberto Saviano e la giornalista Milna Gabanelli. “Il presidente più povero del mondo” – come è stato definito – non ha certo deluso le attese di un pubblico molto più disposto a seguire il classico mito rivoluzionario dell’America Latina (del resto cosa c’è di più invitante di un contadino diventato presidente?) piuttosto che guardare ai fatti, molto distanti da quella “felicità al potere” tanto invocata.
Le prime parole: «Non possiamo muovere un dito e fare miracoli… Quando ero molto giovane pensavo che avremmo dovuto cambiare il mondo e ora che sono vecchio continuo a pensare che potremmo cambiare il mondo…».
L’ex guerrigliero di ottanta anni ha approfittato del suo viaggio in Italia anche per far risuonare ancora il suo pensiero “profetico” (almeno per certa sinistra) con la presentazione della prima biografia autorizzata: “La felicità al potere”, libro in cui è contenuta anche un’intervista esclusiva rilasciata a Montevideo a Cristina Guarnieri, direttrice della casa editrice Eir. A fare da testimonial non potevano certo mancare lo scrittore Roberto Saviano e la giornalista Milna Gabanelli. “Il presidente più povero del mondo” – come è stato definito – non ha certo deluso le attese di un pubblico molto più disposto a seguire il classico mito rivoluzionario dell’America Latina (del resto cosa c’è di più invitante di un contadino diventato presidente?) piuttosto che guardare ai fatti, molto distanti da quella “felicità al potere” tanto invocata.
Le prime parole: «Non possiamo muovere un dito e fare miracoli… Quando ero molto giovane pensavo che avremmo dovuto cambiare il mondo e ora che sono vecchio continuo a pensare che potremmo cambiare il mondo…».
In effetti Mujica non ha cambiato il mondo, ma senza dubbio ha rivoluzionato l’Uruguay con alcune leggi che piacciono tanto anche qui: depenalizzazione dell’aborto nell’autunno 2012, dando la libertà alla donna di scegliere d’interrompere la sua gravidanza; approvazione del matrimonio gay e adozione per coppie di persone dello stesso sesso a maggio 2013; legalizzazione della coltivazione e commercializzazione della marijuana, seppure sotto il controllo statale.
Tre temi ritenuti centrali dai “rivoluzionari” ma che hanno trovato l’opposizione della Chiesa locale, per non dire delle posizioni espresse dallo stesso papa Francesco.
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