A cento anni dalla nascita di un maestro di libertà: Aleksandr Solženicyn
Aldo Vitale
Durante tutta la sua vita, rivendicando la libertà di coscienza, di pensiero e di parola, criticò in profondità il materialismo declinato secondo le due opposte forme: comunismo e capitalismo
«Il silenzio è il linguaggio di tutte le forti passioni, dell’amore (anche nei momenti dolci) dell’ira, della meraviglia, del timore»: così ha scritto nel suo Zibaldone Giacomo Leopardi, dimenticando, forse volontariamente, che il silenzio è anche il linguaggio dell’imbarazzo, come del resto appare fortemente imbarazzato il silenzio del mondo culturale occidentale che tra lo scorso 3 agosto e l’11 dicembre prossimo avrebbe dovuto ricordare i dieci anni della morte e i cento anni della nascita, rispettivamente, di uno dei pilastri della civiltà occidentale quale è statoAleksandr Solženicyn.
L’OPPIO DEL SOCIALISMO
Solženicyn, infatti, tanto più andrebbe ricordato e commemorato quanto più ci si professa amanti della democrazia e della libertà, specialmente in un’epoca, come quella attuale, in cui le parole “democrazia” e “libertà” sono così usate e abusate da inflazionarsi a tal punto da perdere tutto il loro intenso e reale peso specifico morale e umano.
Probabilmente, proprio per questo motivo, l’intellighenzia del mondo occidentale odierno tace su un evento così importante, poiché ha contribuito in questi ultimi anni ad erodere i significati autentici di democrazia e di libertà così, invece, genuinamente incarnati dalla vita, dalle opere e dal pensiero di Aleksandr Solženicyn di cui furono traditi lo spirito e l’insegnamento proprio per mano dei suoi colleghi scrittori, letterati e intellettuali occidentali obnubilati dall’oppio del socialismo (per parafrasare la felicissima formula di Raymond Aron).
IL REGIME SOVIETICO
...
L’INVASIONE NAZISTA
...
PRIGIONE E CONFINO
...
IL PARADISO DEI LAVORATORI
...
PENSIERO UNICO COMUNISTA
...
LIBERI DI ESPRIMERSI
...
COMUNISMO E CAPITALISMO
...
MAESTRO DELLO SPIRITO CRISTIANO
Solženicyn, alla luce di ciò, può essere considerato, dunque, come uno degli ultimi coraggiosi maestri dello spirito cristiano che hanno speso tutta la loro esistenza e tutte le loro fatiche per ricordare, specialmente alla cultura contemporanea, che «non di solo pane vive l’uomo», come si evince, con estrema chiarezza, dalla intensa preghiera composta dallo stesso Solženicyn che in conclusione si riporta per esteso e che quanto mai opportuna appare proprio in questo periodo di Avvento:
Leggi tutto: www.tempi.it
Durante tutta la sua vita, rivendicando la libertà di coscienza, di pensiero e di parola, criticò in profondità il materialismo declinato secondo le due opposte forme: comunismo e capitalismo
«Il silenzio è il linguaggio di tutte le forti passioni, dell’amore (anche nei momenti dolci) dell’ira, della meraviglia, del timore»: così ha scritto nel suo Zibaldone Giacomo Leopardi, dimenticando, forse volontariamente, che il silenzio è anche il linguaggio dell’imbarazzo, come del resto appare fortemente imbarazzato il silenzio del mondo culturale occidentale che tra lo scorso 3 agosto e l’11 dicembre prossimo avrebbe dovuto ricordare i dieci anni della morte e i cento anni della nascita, rispettivamente, di uno dei pilastri della civiltà occidentale quale è statoAleksandr Solženicyn.
L’OPPIO DEL SOCIALISMO
Solženicyn, infatti, tanto più andrebbe ricordato e commemorato quanto più ci si professa amanti della democrazia e della libertà, specialmente in un’epoca, come quella attuale, in cui le parole “democrazia” e “libertà” sono così usate e abusate da inflazionarsi a tal punto da perdere tutto il loro intenso e reale peso specifico morale e umano.
Probabilmente, proprio per questo motivo, l’intellighenzia del mondo occidentale odierno tace su un evento così importante, poiché ha contribuito in questi ultimi anni ad erodere i significati autentici di democrazia e di libertà così, invece, genuinamente incarnati dalla vita, dalle opere e dal pensiero di Aleksandr Solženicyn di cui furono traditi lo spirito e l’insegnamento proprio per mano dei suoi colleghi scrittori, letterati e intellettuali occidentali obnubilati dall’oppio del socialismo (per parafrasare la felicissima formula di Raymond Aron).
IL REGIME SOVIETICO
...
L’INVASIONE NAZISTA
...
PRIGIONE E CONFINO
...
IL PARADISO DEI LAVORATORI
...
PENSIERO UNICO COMUNISTA
...
LIBERI DI ESPRIMERSI
...
COMUNISMO E CAPITALISMO
...
MAESTRO DELLO SPIRITO CRISTIANO
Solženicyn, alla luce di ciò, può essere considerato, dunque, come uno degli ultimi coraggiosi maestri dello spirito cristiano che hanno speso tutta la loro esistenza e tutte le loro fatiche per ricordare, specialmente alla cultura contemporanea, che «non di solo pane vive l’uomo», come si evince, con estrema chiarezza, dalla intensa preghiera composta dallo stesso Solženicyn che in conclusione si riporta per esteso e che quanto mai opportuna appare proprio in questo periodo di Avvento:
«Che sollievo vivere con te, Signore! Che sollievo credere in te! Quando cede al dubbio o vacilla il mio intelletto, quando la gente più intelligente non vede oltre la sera che viene e non sa che fare domani, Tu infondi in me l’assoluta certezza che esisti e provvedi a che non tutte le vie del bene siano precluse. Dal sommo della gloria terrena io guardo stupito il percorso attraverso la disperazione fino a qui, il punto da dove ho potuto inviare all’umanità un riflesso dei Tuoi raggi. E concedimi quanto è necessario per rispecchiarli ancora. Ma quanto non è nelle mie corde so che Tu l’hai destinato ad altri».
Leggi tutto: www.tempi.it
No hay comentarios:
Publicar un comentario