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jueves, 20 de agosto de 2015

I miliziani dell’Isis hanno appeso a una colonna romana il suo corpo senza testa, dopo una barbara esecuzione in pubblico


Khaled Asaad, decapitato per aver difeso l'arte


di Stefano Magni




Aveva dedicato tutta la vita allo studio e alla conservazione del tesoro archeologico di Palmira. L’altro ieri i miliziani dell’Isis hanno appeso a una colonna romana il suo corpo senza testa, dopo una barbara esecuzione in pubblico. E’ la drammatica fine di un eroe sconosciuto, l’82enne Khaled Asaad, direttore del museo di Palmira, autore di numerosi saggi su riviste di archeologia siriane e straniere, guida di spedizioni archeologiche internazionali.

Asaad non ha abbandonato la sua città nemmeno all’arrivo dei jihadisti, il maggio scorso, neppure quando si combatteva strada per strada nella città moderna. "Qui sono nato e qui resterò" aveva laconicamente risposto al direttore del museo di Palmira che gli suggeriva la fuga. Asaad aveva dedicato quarant’anni della sua vita alla direzione del museo di Palmira, poi, una volta in pensione, nel 2003, aveva proseguito la sua opera in qualità di esperto presso il Dipartimento dei musei e delle antichità. Asaad sapeva che fine avevano fatto Ninive e Mosul, una volta che erano state occupate dai jihadisti. Aveva capito di che natura fosse la furia iconoclasta con cui gli uomini dell’autoproclamato Califfo avevano minato e fatto saltare in aria interi templi pluri-millenari, spaccato sistematicamente a martellate statue dell’antica Babilonia. Per questo motivo non aveva abbandonato Palmira, patrimonio mondiale dell’umanità, e aveva contribuito a mettere in sicurezza e nascondere in luoghi sicuri centinaia di reperti. Non è riuscito a nascondere se stesso a lungo. Un mese fa è stato arrestato dagli uomini di Al Baghdadi, imprigionato e torturato a lungo. Non si conoscono gli interrogatori a cui è stato sottoposto, ma probabilmente gli jihadisti volevano carpire il suo unico vero segreto: dove avesse nascosto il tesoro archeologico, ricco di statue e reperti di civiltà pre-islamiche. E’ stato decapitato in pubblica piazza l’altro ieri, di fronte a decine di spettatori, secondo l’Osservatorio per i Diritti umani in Siria. Successivamente, secondo quanto riferisce l’ex collega di Asaad, Maamoun Abdulkarim (attuale direttore delle Antichità e dei musei siriani) il suo corpo senza vita è stato trascinato fino al suo amato sito, per essere simbolicamente appeso, come monito, ad una delle più antiche colonne di Palmira.

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