Quando Paolo VI esortò alla difesa della vera fede
di Paolo VI
Per la loro estrema attualità e per comprendere l'origine del disorientamento oggi presente nella Chiesa, riproponiamo alcuni passaggi di un documento scritto da papa Paolo VI nel lontano 1970.
Esortazione apostolica Quinque iam anni (8.12.1970) A cinque anni dalla chiusura del Concilio Vaticano II, n. II in EV 3/2874-2876.
/ n. 2874 > / (...) la condizione presente della fede esige da parte di noi tutti un maggiore sforzo, perché tale parola, nella sua pienezza, giunga ai nostri contemporanei e le opere compiute da Dio siano a essi mostrate senza alcuna adulterazione, con tutta l’intensità d’amore della verità che li salva. Infatti, nel momento stesso in cui
- la proclamazione della parola di Dio nella liturgia registra, grazie al Concilio, un meraviglioso rinnovamento;
- l’uso della Sacra Scrittura diventa sempre più familiare in mezzo al popolo cristiano;
- i progressi della catechesi, purché attuati secondo gli orientamenti conciliari, permettono di evangelizzare in profondità;
- la ricerca biblica, patristica e teologica offre spesso un prezioso contributo all’espressione viva del dato rivelato:
ecco che molti fedeli sono turbati nella loro fede da un cumulo di ambiguità, d’incertezze e di dubbi che la toccano in quel che essa ha di essenziale.
Tali sono: i dogmi della SS. Trinità e cristologico, il mistero della SS. Eucaristia e della presenza reale, la Chiesa come istituzione di salvezza, il ministero sacerdotale in mezzo al popolo di Dio, il valore della preghiera e dei sacramenti, le esigenze morali riguardanti, ad esempio, l’indissolubilità del matrimonio o il rispetto della vita umana. Anzi, si arriva a tal punto da mettere in discussione anche l’autorità divina della Sacra Scrittura, in nome di una radicale demitizzazione.
n. 2875 > / Mentre il silenzio avvolge a poco a poco alcuni misteri fondamentali del cristianesimo,vediamo delinearsi una tendenza a ricostruire, partendo dai dati psicologici e sociologici, un cristianesimo avulso dalla tradizione ininterrotta, che lo ricollega alla fede degli apostoli, e ad esaltare una vita cristiana priva di elementi religiosi.
n. 2876 > / Eccoci allora chiamati - noi tutti che abbiamo ricevuto, con l’imposizione delle mani, laresponsabilità di conservare puro e integro il deposito della fede e la missione di annunciare incessantemente il Vangelo - a offrire la testimonianza dalla nostra comune obbedienza al Signore. Per il popolo, che ci è stato affidato, è diritto imprescindibile e sacro il ricevere la parola di Dio, tutta la parola di Dio, di cui la Chiesa non ha cessato di acquistare una sempre più profonda comprensione. Per noi è grave e urgente dovere di annunciargliela instancabilmente, perché esso cresca nella fede e nella intelligenza del messaggio cristiano e dia testimonianza, con tutta la sua vita, della salvezza in Gesù Cristo.
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