domingo, 10 de julio de 2016

La Germania sarà fra le prime nazioni Nato a partecipare, con proprie truppe, al nuovo schieramento nel Baltico.


A Varsavia si palesa la nuova guerra fredda

di Stefano Magni



Il vertice Nato di Varsavia, nei due giorni scorsi, ha sancito definitivamente il nuovo orientamento dell’Alleanza: l’avversario principale è la Russia. E la missione è soprattutto quella tradizionale, quella per cui si era formata la Nato nel 1949: proteggere il fianco Est con truppe schierate in modo permanente sul territorio più esposto alla Russia. Gli altri teatri di crisi, cioè il Mediterraneo e la minaccia dell’Isis, hanno ricevuto un’attenzione solo secondaria. La militarizzazione del confronto Est-Ovest comporta, dunque, l’inizio di una nuova guerra fredda.

Il luogo scelto dalle autorità polacche come teatro del summit ha già, di per sé, un forte significato simbolico. Lo stadio nazionale di Varsavia è infatti il luogo in cui i sovietici fermarono la loro travolgente avanzata nell’agosto del 1944, senza altro apparente motivo che lasciar massacrare dai nazisti la popolazione polacca insorta. Fu una delle più grandi infamie di Stalin, deliberatamente compiuta per occupare una Polonia distrutta, privata ormai della sua classe dirigente e della sua resistenza armata. Il governo conservatore polacco ha fatto giungere i capi di Stato e di governo e i ministri degli alleati proprio su quel terreno a mo’ di memento, affinché non si ripetano più aggressioni dal vicino orientale. Le sensibilità sono cambiate però e questo vale soprattutto per Barack Obama, che già dal 2009 ha dimostrato di non farsi commuovere dalle memorie europee della Seconda Guerra Mondiale. Allora, infatti, aveva scelto proprio l’anniversario dell’invasione sovietica della Polonia per annunciare l’annullamento del piano della difesa anti-missile nel paese. Venerdì, a margine del primo giorno del vertice, il presidente americano ha avvertito Varsavia che non sono graditi strappi alla Costituzione che possano mettere in discussione le regole democratiche. E si riferiva, in particolar modo, il rinnovo arbitrario della Corte Costituzionale, voluto dal partito conservatore PiS, subito dopo la sua affermazione elettorale.

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