sábado, 31 de enero de 2015

Ucraina: Vladimir Putin non sembra voler cedere


Le sanzioni non stanno fermando la Russia

di Gianandrea Gaiani


Neppure le sanzioni occidentali, il crollo del prezzo del petrolio e delle quotazioni del rublo che mandano a fondo l’economia russa sembrano indurre il Cremlino a cedere sul fronte ucraino dove le milizie filo Mosca del Donbass sono invece all’offensiva su diversi fronti.

Negli ultimi dieci giorni gli attacchi dei filorussi hanno costretto le forze ucraine a ritirarsi da gran parte delle postazioni tenute intorno all’aeroporto di Donetsk, postazione strategica anche se completamente distrutta dal fuoco delle artiglierie, che consente ai governativi di tenere sotto tiro la capitale dei secessionisti e a questi ultimi di consolidare le difese intorno al centro abitato.

Gli stessi filorussi hanno annunciato l’inizio delle operazioni per la conquista di Mariupol, sul Mare d’Azov le cui coste sono in parte presidiate (e minate?) dagli ucraini per prevenire eventuali sbarchi di marines russi della Flotta del Mar Nero. Il ruolo strategico rivestito da Mariupol è molto rilevante. Mantenendone il controllo, le forze di Kiev (affiancate da contractors statunitensi “intercettati” da un ‘emittente televisiva nei giorni scorsi) lasciano i secessionisti ancorati al confine russo impedendo alla Repubblica Popolare di Donetsk di ampliarsi verso i territori meridionali abitati da ucraini russofoni che in gran parte hanno da sempre il doppio passaporto.

Al contrario, la conquista di Mariupol consentirebbe ai filorussi di dilagare verso sud e di costituire una continuità territoriale con la Crimea annessa alla Federazione Russa. La vittoria sul fronte meridionale costituirebbe la base militare importante per l’annessione a Mosca di tutta la fascia sud orientale dell’Ucraina. L’obiettivo dei secessionisti sembra essere innanzitutto la riconquista dei territori perduti la primavera scorsa con l’avvio della Ato (Anti Terrorism Operation) come è stata battezzata da Kiev.

I negoziati per ristabilire la tregua mediati dall’Osce a Minsk non sembrano portare a risultati concreti e i separatisti hanno minacciato di proseguire la loro offensiva.


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