jueves, 30 de junio de 2016

Eliminando in un colpo solo il tradizionale In God We trust.


La nuova guerra dell’esercito americano. Contro Dio



di Benedetta Frigerio


«Anche solo immaginare che sarei stato rimosso mentre la bandiera americana era srotolata e aperta, la bandiera che rappresenta la libertà di espressione, la libertà religiosa, la libertà di stampa...è terribile». Sono le parole del sergente veterano dell'Air Force americana Oscar Rodriguez, a servizio delle Forze armate statunitensi per 33 anni. Contro di lui il Pentagono ha aperto un'inchiesta dopo un discorso che ha tenuto in aprile presso il California Travis Aire Force.

E cosa ha detto Rodriguez di così pericoloso? Semplicemente quelloche per oltre trent'anni ha ripetuto come tanti suoi colleghi: ha citato Dio. È bastato questo perché fosse assalito e mandato fuori dalla sala della cerimonia. Ma questo è solo l'ultimo di una serie di casi che mostrano quanto hanno subìto le Forze armate (su cui l'America ha sempre speso la maggior parte delle sue energie, avendo cara la cura per la coesione e l'unità fra i suoi uomini) fin dal 2008, l'anno in cui Barack Obama è diventato presidente degli Stati Uniti. L'attacco palese cominciò però nel giugno del 2011, quando il dipartimento dei veterani vietò di pronunciare il nome di “Dio” e di “Gesù” durante una cerimonia funebre presso il cimitero nazionale di Huston.

Subito dopo l'aviazione avrebbe cancellato per sempre un corso sui missili nucleari che si teneva davent'anni presso una base in California, perché le lezioni includevano teorie cristiane come quella della legittima difesa o della “guerra giusta” di sant'Agostino. Intanto, il capo dell'aviazione proibiva a tutti i comandanti di dare notizia ai piloti e alle loro famiglie della possibilità di esercitare la propria libertà religiosa attraverso l'osservanza di un programma di formazione cristiana. E ancora: «Non si può distribuire né usare alcun materiale religioso durante le visite» è il divieto imposto dal Walter Reed National Military Medical Center, uno dei più importanti ospedali militari del paese, revocato solo dopo la denuncia di parte di alcuni membri del Congresso. A novembre dello stesso anno, mentre annunciava la fine della collaborazione con un'organizzazione cristiana, scusandosi di averla scelta come tramite per inviare i regali natalizi con biglietti religiosi, l'aviazione decideva di spendere 80 mila dollari per la costruzione nella base di Colorado Springs di un tempio di pietre per il culto pagano.

Nel 2012, uno dei più illustri generali delle Forze armate, William G. Boykin, notoriamente cristiano,aveva dovuto declinare l'invito a parlare presso l'accademia militare americana in seguito alle pressioni sull'istituzione da parte della commissione delle Pari opportunità. Nello stesso mese, insieme alla decisione di rimuovere dal simbolo dell'istituto di ricerca militare Rapid Capabilities la frase Opus Dei (“Lavoro di Dio”), il ministro della Difesa vietava al cappellano di diffondere un lettera sull'obiezione di coscienza che l'arcivescovo aveva scritto affinché fosse letta durante la Messa. Ma i dubbi sull'antipatia della neoeletta amministrazione verso i cristiani erano già emersi all'inizio del 2009, quando nonostante una legge passata al Congresso e nonostante il pronunciamento della Corte Suprema, il governo si rifiutò di concedere all'associazione dei veterani un terreno nel deserto del Mojave, reclamato da tempo, per la ricostruzione di una croce innalzata lì nel 1934 in memoria dei caduti in guerra.

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