sábado, 6 de febrero de 2016

La riunificazione della Chiesa di Mosca con Roma, dipende meno da Kirill che da Putin ?


Il Papa e Kirill La prima volta nella storia

di Massimo Introvigne


Il 5 febbraio 2016 la Santa Sede ha annunciato che, per la prima volta nella storia, il 12 febbraio un Pontefice incontrerà un Patriarca di Mosca. Papa Francesco incontrerà il Patriarca Kirill a Cuba. Al termine del colloquio ai due si unirà il presidente cubano Raul Castro. La Santa Sede ha pure annunciato che è prevista la firma di una dichiarazione comune e che «il patriarca ecumenico Bartolomeo I, informato del prossimo incontro tra il Papa e il patriarca di Mosca Kirill, ha manifestato la sua soddisfazione e gioia per questo abbraccio tra il capo della Chiesa cattolica e quello della comunità ortodossa più numerosa del mondo».

L'annuncio dell'incontro segue di pochi giorni l'altro secondo cui il Concilio Panortodosso, cioè la riunione di tutti i patriarchi delle Chiese Ortodosse, atteso da mille anni, si terrà effettivamente nel prossimo mese di giugno, non a Istanbul, dov'era stato originariamente previsto, ma a Creta. La sede di Istanbul era, infatti, diventata sgradita alla Chiesa Ortodossa Russa a causa delle tensioni politiche fra Russia e Turchia. I due avvenimenti - l'incontro fra Francesco e Kirill e il Concilio panortodosso - hanno entrambi una portata storica. Sembra che processi in corso da decenni, se non da secoli, abbiano subito un'improvvisa accelerazione. In realtà, come ha rivelato in diverse interviste e colloqui, Francesco pensa a un'accelerazione dell'ecumenismo verso gli ortodossi fin dai primi minuti del suo pontificato: quando, nel primo saluto ai fedeli, decise di presentarsi come «vescovo di Roma» piuttosto che come “Papa”.

Certo, per i cattolici il vescovo di Roma è il Papa della Chiesa universale, ma la scelta della formula a loro più gradita non sfuggì agli ortodossi. Così come non sono sfuggiti gli accenni alla sinodalità e la ripresa della formula di San Giovanni Paolo II secondo cui la dottrina del primato del Vescovo di Roma rimane ferma, ma la Chiesa Cattolica è disponibile a studiare nuove forme di esercizio di tale primato. Come ebbe a rilevare Benedetto XVI, dal punto di vista teologico le divergenze fra cattolici e ortodossi non sono difficili da appianare. I problemi sono culturali e politici. Secoli di separazione hanno ingenerato un persistente anti-cattolicesimo in alcuni ambienti ortodossi, e le Chiese ortodosse sono spesso legate a filo doppio al potere politico locale, che diffida della libertà che esse potrebbero acquisire avvicinandosi a Roma.


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