domingo, 22 de noviembre de 2015

L’Unione Europea è impegnata in una grande opera di ingegneria sociale e di decostruzione della civiltà europea...


Unione Gender-Europea


di Rodolfo Casadei

Per promuovere l’“uguaglianza di genere”, si sono inventati una istituzione (Eige) che ispira corsi di formazione e di aggiornamento per gli insegnanti. Dall’asilo fino all’università


Articolo tratto dal numero di Tempi in edicola (vai alla pagina degli abbonamenti) – L’Unione Europea è impegnata in una grande opera di ingegneria sociale e di decostruzione della civiltà europea attraverso l’imposizione delle politiche di genere e del gender mainstreaming, espressione che significa: tenere conto delle implicazioni che le legislazioni e le politiche hanno sugli uomini e sulle donne in termini di promozione o di arretramento dell’uguaglianza fra i sessi. Non si tratta semplicemente – e giustamente – di permettere alle donne di conciliare lavoro e maternità, di combattere le disuguaglianze di retribuzione fra maschi e femmine per lo stesso lavoro, di prevenire le discriminazioni legate al sesso, di contrastare il machismo e gli abusi ai danni delle donne. L’Europa considera “stereotipi di genere” da sovvertire cose come il fatto che le donne dedichino più tempo degli uomini ai lavori domestici e alla cura dei pargoli, che ci siano tante donne nei “lavori di cura” (sanità e insegnamento) e troppo poche fra gli ingegneri e nei consigli di amministrazione delle multinazionali, che nelle fiabe siano i cavalieri a salvare le principesse e non viceversa, che i film abbiano più attori protagonisti uomini che donne.

Del fatto che gli uomini e le donne siano diversi non solo anatomicamente, ma anche neurologicamente, psicologicamente e psichicamente; che le differenze dei ruoli di genere nelle società europee siano parte del patrimonio culturale dei vari popoli e frutto della loro esperienza storica; che su di esse si possa intervenire, ma con la prudenza e col rispetto dovuto alle eredità culturali che arrivano da lontano, ai politici (europarlamentari) e ai burocrati di Bruxelles non importa assolutamente nulla: per loro tutto ciò che non coincide con l’eguaglianza quantitativa di potere e di disponibilità economica fra i due sessi e tutto ciò che potrebbe alludere a un’inferiorità di un sesso rispetto all’altro sotto un certo aspetto, va spazzato via. Perché è residuo di epoche oscurantiste ed espressione dell’oppressione della donna da parte dell’uomo. I vertici della Commissione e del Parlamento europei sognano un continente dove le camioniste sono tante quanti i camionisti e i maestri d’asilo tanti quante le maestre; dove i giorni di congedo familiare sono esattamente identici sia per la mamma che ha partorito e allatta sia per il papà che non potrà mai allattare col suo seno; dove a sistemare la casa dei Banks non è Mary Poppins, ma un giovanotto piovuto dal cielo con un parapendio.

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