martes, 21 de julio de 2015

Padre Aldo Trento racconta l'incontro con il Papa


«Gesù Eucarestia, il suo Vicario, e questo povero peccatore». 


di Aldo Trento


Dopo tante prove, finalmente il Santo Padre ha voluto dirmi che questa opera è di Dio. «Grazie padre e avanti». Mi sono messo a piangere come un bambino
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Cari amici,

faccio fatica a mettere per iscritto quanto accaduto sabato 11 luglio, quando il Papa, sebbene molto stanco, è venuto ad incontrare gli ammalati e a benedire, quindi inaugurandola, la clinica nuova con tutte le opere.

Una vera sorpresa, un fuori programma che soltanto pochi ritenevano possibile, vista la settimana molto impegnativa per il Santo Padre. Il mondo intero si è meravigliato, ma a sorprendermi sono stato io, un povero uomo indegno di tanto affetto da parte del Papa.

Già al mattino presto lo spazio davanti alla clinica era strapieno di giovani, molti dei quali arrampicati persino sugli alberi. Quando, verso le ore 15, il Papa è apparso all’orizzonte, tutti hanno manifestato il loro grande affetto elevando la loro voce, facendo, per così dire, un coro da stadio.

Una volta sceso dalla papamobile, l’accoglienza fra noi è stata piena di affetto reciproco, non sono riuscito a dire una parola; siamo entrati insieme nella cappella del Santissimo: Gesù Eucarestia, il suo Vicario, e questo povero peccatore. Una intimità piena di Gesù presente anche negli ammalati.

Dopo aver deposto un mazzo di rose bianche ai piedi della Madonna, siamo usciti e il Papa è andato subito nella sala, dove lo aspettava un folto gruppo di persone: ammalati, bambini, adolescenti, giovani, anziani… i veri padroni delle opere.

Il Papa commosso (vedi foto) ha allargato le braccia: un gesto che esprime tutto, tutto il suo amore per Gesù vivo nella carne dei miei ammalati. Purtroppo le guardie del Papa non gli hanno permesso ciò che a lui è più caro: baciare ed abbracciare uno ad uno gli ammalati. Li ha benedetti e così ha inaugurato la clinica e le altre opere.

Uscendo dal salone mi ha detto: «Gracias y adelante!» (Grazie e avanti!).

Era ciò che desideravo. Dopo tanto dolore e tante prove, finalmente il Vicario di Gesù non solo ha lasciato da parte l’agenda ufficiale per visitare questo luogo di dolore, ma ha voluto dirmi che questa opera è di Dio. «Grazie padre e avanti». Mi sono messo a piangere come un bambino.

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