sábado, 20 de junio de 2015

Lettura originale e controcorrente dell’enciclica


«Laudato si’… mi’ Signore». 

Non bisogna confondere gli effetti (degrado ambientale), con le cause (crollo demografico). Ne parla Ettore Gotti Tedeschi in un articolo e in un’intervista

I giornali sono stracolmi di letture banalmente “ambientaliste” dell’enciclica papale. Occorre fare uno sforzo di comprensione maggiore, onde evitare di ridurre il testo papale a un comunicato del Wwf. Intervistato oggi da Repubblica, l’ex presidente dello Ior e attuale capo del Banco Santander in Italia, Ettore Gotti Tedeschi, parla dell’enciclica Laudato si’ di papa Francesco. Gotti Tedeschi chiarisce che, rispetto alle polemiche di chi ha attaccato o lodato l’enciclica, egli si schiera con chi «aggiunge: Laudato si’… mi’ Signore. Cioè con ciò che papa Francesco spiega in un’enciclica molto complessa. Questa Enciclica è magistero della Chiesa. Perciò il Papa offre molti riferimenti in continuità con i predecessori».

CAUSE ED EFFETTI. La lettura di Gotti Tedeschi è originale rispetto alle tante che si leggono in questi giorni. Egli, infatti, più che partire agli effetti (i problemi ambientali), tende a sottolineare le cause che hanno portato a ciò. Polemizzando con le tesi di Jeffrey Sachs, dice: «Son più di trent’anni che studio gli effetti del crollo delle nascite e le conseguenze sulla trasformazione dell’economia. Leggere che gli effetti vengono trasformati in cause mi ha lasciato perplesso. La crisi ambientale, e la povertà conseguente alla crisi economica, sono dovute agli effetti delle dottrine neomalthusiane (incremento demografico uguale più povertà, auspicando il controllo delle nascite, ndr). Se si vogliono risolvere le cause – aggiunge – è errato operare sugli effetti, no?».

DEGRADO ETICO. Sempre Gotti Tedeschi, oggi, in un interessante e lungo articolo sul Foglio, spiega quel che nell’intervista a Repubblica è accennato in battute. Nel suo articolo, egli innanzitutto cerca di sintetizzare lo spirito dell’Enciclica facendo notare che «il degrado ambientale è conseguenza del degrado etico dell’uomo, causato dal peccato che rompe il rapporto scienza-religione». L’uomo «materialista», che oggi ha perso il senso di Dio, e quindi delle cose, è portato a sentirsi padrone di tutto e dunque a usare tutto male, senza rispetto. «A questo uomo, tecnologicamente avanzato, ma impreparato e immaturo – scrive Gotti Tedeschi -, è sfuggito di mano anche lo stesso potere tecnologico, arrivando a usarlo in modo irresponsabile».

IL CUORE E LA CHIESA. Il degrado del creato, insomma, è conseguenza di questa presunzione e di questo uso scorretto di ciò che ci circonda, che non riconosce nell’ambiente lo status di “creato”, ma solo di luogo a disposizione per i propri comodi. Per questo, «per risolvere il problema del degrado ambientale, va cambiato il cuore dell’uomo e il suo comportamento, non tanto gli strumenti tecnologici. L’uomo va portato a rispettare la creazione, e il primo passo è cominciare a rispettare la natura umana». Qui sta il compito della Chiesa che deve insegnare «a praticare le virtù secondo la spiritualità cristiana, con la preghiera, i sacramenti, e naturalmente con i suo Magistero (quale è questa enciclica)».



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