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viernes, 20 de marzo de 2015

La secolarizzazione va distinta dal secolarismo. La prima è un processo legittimo, il secondo è la sua degenerazione ideologica.


Il demone della secolarizzazione. Ci dimenticheremo di esserci dimenticati di Dio?


di Stefano Fontana


“Incontri di cultura politica cattolica”
Verona, Chiesa di San Pietro Apostolo
Mercoledì 18 marzo 2015




Per porre il problema


Si può riassumere l’attuale valutazione del processo di secolarizzazione in ambito cattolico nel seguente modo.

La secolarizzazione è un processo positivo dovuto allo stesso cristianesimo. E’ il processo per cui l’ambito dell’umano si rende autonomo dal divino, il secolare dal religioso. Questa autonomia è stata resa possibile dalla fede cristiana che ha distinto tra loro Dio e mondo. Ciò ha permesso ai criteri e ai linguaggi propri delle diverse discipline di costituirsi autonomamente rispetto alla religione, ossia scientificamente, e di permettere all’uomo di dominare con la propria responsabilità i vari ambiti di vita, senza rifarsi alla tutela del religioso. Ciò vale anche per la politica. Il religioso è stato così liberato dalla tentazione dell’ideologia.

La secolarizzazione va distinta dal secolarismo. La prima è un processo legittimo, il secondo è la sua degenerazione ideologica. La secolarizzazione rende il mondo dell’uomo autonomo ma non indipendente da Dio, distinto ma non separato. Il secolarismo, invece, rende il secolare non solo autonomo ma anche indipendente dal religioso e, addirittura, contrario ad esso, ossia irreligioso.

La secolarizzazione vuole un secolo autonomo ma aperto e non conflittuale con il religioso; il secolarismo lo vuole invece antireligioso allo scopo di eliminare il divino dalla società umana.

Normalmente, la posizione cattolica è a favore della secolarizzazione e contraria al secolarismo. Lo si vede quando dice di sì alla laicità ma no al laicismo. Lo si è anche visto quando il Concilio ha parlato di una “legittima autonomia delle realtà terrene”, ove per legittima si intende appunto secolare ma non secolarista. Ci sarebbe insomma una secolarizzazione buona e una cattiva. Bisognerebbe promuovere la buona e impedire la cattiva, favorire la secolarizzazione e combattere il secolarismo.

Scopo di questa relazione è di verificare se questa ipotesi è corretta e validamente percorribile, oppure se non vi stia portando fuori strada.


- L’impossibilità di una secolarizzazione moderata ....
- La secolarizzazione “trattenuta” ....
-  Da Maritain a Metz ....
- Cenni conclusivi ....

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