martes, 24 de marzo de 2015

La conversione al cattolicesimo de Véronique Lévy


Anche i filosofi agnostici si stupiscono. Henri Lévy e la conversione al cattolicesimo della sorella Véronique



di Benedetta Frigerio



Grande dibattito in Francia per la vicenda della sorella del celebre pensatore agnostico. Dopo una vita dissipata «è diventata un’altra. La sua anima è cambiata»

La prima domenica di quaresima del 2012, nella cattedrale di Notre Dame, seduto su una della panche riservate alle famiglie dei catecumeni, c’era anche Bernard-Henri Lévy. Che cosa ci facesse in chiesa il filosofo d’origine ebraica simbolo dell’intelligentsia francese lo ha svelato solo recentemente Le Figaro. Lévy ha partecipato alla funzione in seguito della conversione al cattolicesimo della sorella minore Véronique.

«Mi sono reso conto – ha spiegato – che non era una cosa infantile, ma di un’esperienza interiore autentica». Véronique, la giovane anticlericale e femminista, che aveva sempre accusato la Chiesa di essere illiberale e oscurantista, è stata descritta dal fratello come una donna toccata dalla «redenzione» e «dal livello di conoscenza della teologia cristiana, ma anche ebraica, di cui un tempo non sapeva nulla». Spiegando di essere in parte addolorato per la decisione della sorella, Lévy ha però confessato che Véronique da fragile e instabile che era è diventata forte e sicura. «Che cosa avrebbero pensato i nostri genitori?», si è chiesto. «Durante il suo battesimo ho pensato che questo fatto li avrebbe dispiaciuti. Si tratta di una rottura, probabilmente mai provocata da nessuno nella discendenza più che millenaria dei Lévi», tanto da «sentirmi responsabile per aver omesso di trasmettere qualcosa a questa sorellina che potrebbe essere mia figlia».

MOSTRAMI IL TUO VOLTO. Chi è Veronique? A raccontarlo è sempre il quotidiano francese, spiegando che «vedendola per la prima volta per la strada, mentre fuma una Marlboro, bionda, esile, diafana, ha l’aria di essere la giovane Violaine di Claudel (la protagonista dell’Annuncio a Maria, ndr) scappata da teatro con qualcosa di infantile nell’espressione, nonostante il dolore abbia segnato la sua vita conferendo gravità al suo volto». Sembra timorosa, ma non appena «si entra nel cuore dell’argomento e l’argomento, insiste lei, è Cristo, prende sicurezza, si esprime fluentemente e anche con una certa autorità». A Le Figaro Veronique racconta «la sua avventura con il Crocifisso», mostrando il suo libro Montre-moi ton visage (“Mostrami il tuo volto”), una trascrizione dei suoi dialoghi interiori con Cristo davanti al Santissimo Sacramento, come una lunga conversazione amorosa. «Vivere la fede è come innamorarsi. Quando si ama qualcuno incondizionatamente, si sacrifica tutto per quell’amore, non ci si cura del giudizio altrui, si pensa solo a gioire della presenza dell’altro», dice Véronique.

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