viernes, 22 de agosto de 2014

«I cristiani, la Chiesa, non possono non sentirlo come un evento terribile e insieme grandioso, perché è l’evento del martirio»



Negri: Si abbia il coraggio di denunciare l’islamismo. Il coraggio è un aspetto della testimonianza cristiana

Articolo dell’arcivescovo di Ferrara. «C’è una grande difficoltà a una denuncia esplicita. Questo mondo islamico che, ci piaccia o no, ha la responsabilità storica di questi eventi»

Oggi l’editoriale di prima pagina del Giornale (“Non possiamo dialogare con tutti”) porta la firma di monsignor Luigi Negri, arcivescovo di Ferrara-Comacchio che nei giorni scorsi ha esposto sull’arcivescovado il simbolo dei cristiani perseguitati iracheni.


«È un fatto enorme – scrive Negri – questo gigantesco esodo di massa di cristiani espulsi dai luoghi dove da millenni era radicata la presenza cristiana, esclusivamente perché cristiani. Quindi per quello che la tradizione cristiana chiama l’odio della fede. E questo deve essere detto esplicitamente: non sono soltanto buttati fuori dalle loro case, privati di tutti i loro beni, privati di tutti i loro diritti e quindi della possibilità di sussistenza; ma la ragione di tutto questo è la fede». E questo, scrive l’arcivescovo, «i cristiani, la Chiesa, non possono non sentirlo come un evento terribile e insieme grandioso, perché è l’evento del martirio».
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