miércoles, 30 de julio de 2014

Il motivo più forte dell’indifferenza verso il massacro dei cristiani in Medio Oriente è la paura ...



Perché l’Europa ha già deciso di lasciare i cristiani d’Oriente (e gli ebrei) in balìa del “nemico”

La nostra civiltà secolarizzata, arida e indifferente a tutto è ormai strutturalmente incapace di avere a un “nemico”. L’editoriale del Corriere della Sera sulla nostra indifferenza verso le persecuzioni dei cristiani e l’antisemitismo

«A quanti qui in Europa e in Occidente importerà davvero qualcosa dell’ennesima uccisione di cristiani, saltati in aria ieri, a Kano, in Nigeria, per lo scoppio di una bomba in una chiesa? E del resto a quanti glien’è importato davvero qualcosa dei cristiani obbligati la settimana scorsa ad abbandonare Mosul nel giro di 24 ore, pena la vita o la conversione forzata all’Islam?». Sono le domande con cui si apre l’editoriale odierno del Corriere della Sera, firmato da Ernesto Galli Della Loggia. E la risposta è scontata: «A nessuno».

A nessuno – e lo scrive il Corriere, non Tempi – interessano «i cristiani fuggiti a centinaia di migliaia in tutti questi anni dall’Iraq, dalla Siria, da tutto il mondo arabo». Non se ne occupa l’Onu, non se ne occupa l’Europa, non se ne occupa nessuno in Occidente. «A decine e decine i cristiani vengono bruciati vivi o ammazzati nelle chiese dell’India, del Pakistan, dell’Egitto, della Nigeria. E sempre nel silenzio o comunque nell’inazione generali».


Galli Della Loggia prova a ipotizzare anche i «principali motivi di questa vasta indifferenza». E per quanto «ovvi», sono motivi che non dovrebbero lasciare tranquillo nessuno. «Il primo è che sempre di più stentiamo a sentirci, e ancor di più a dirci, cristiani», spiega l’editorialista del Corriere. Che però non vuole farne appena una questione di fede, perché si tratta di un deficit culturale e ideale che riguarda soprattutto la parte cosiddetta “laica” della nostra civiltà: «L’atmosfera culturale dominante nelle società occidentali giudica come qualcosa di primitivo, al massimo un “placebo” per spiriti deboli, come qualcosa intimamente predisposto all’intolleranza e alla violenza, la religione in genere. In special modo le religioni monoteistiche».


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