Conquistati di nuovo dalla promessa antica
Marina Corradi
Non abbandono la Croce, ma resto in modo diverso presso il Signore crocifisso». Un grande applauso, di tutti il più commosso, riempie piazza San Pietro, a queste parole di Benedetto XVI.
Non abbandono, ma resto, sotto alla Croce, accanto a voi. E la gente venuta da lontano, partita nella notte, stanca, infreddolita dall’alba invernale, ha da queste parole il cuore come colmato. Perché in fondo siamo venuti qui per questo: per sentirci dire che questo non è un addio, ma un rimanere assieme in un altro, e più profondo modo.
Il modo della preghiera: che è invisibile, che per il mondo è solo pia intenzione, o non esiste. Ma la faccia di Benedetto XVI testimonia tutta un’altra certezza, granitica: «Sento di portare tutti nella preghiera, in un presente che è quello di Dio». In un tempo dunque che non è il nostro, affannato, sfuggente, tempo che erode e corrompe, ma è tempo di Dio, in cui tutto è vivo, per sempre. E noi in piazza, e soprattutto i più anziani, confortati; portati dentro all’orizzonte infinito testimoniato dal Papa, paradossalmente, nel giorno in cui lascia il soglio di Pietro.
Cosa è successo, cosa sta accadendo, ci chiediamo fra noi; e com’è possibile che un addio si trasformi oggi, sotto a un cielo di un azzurro perfetto, invece, in una promessa?
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