viernes, 23 de noviembre de 2012

Se le due concezioni liberali, quella laica e quella basata sulla Dottrina sociale della Chiesa, non trovano un compromesso fra loro, è difficile creare qualcosa di utile. Quando questo tentativo è stato fatto, con De Gasperi ed Einaudi, sono nate le cose migliori dell’Italia


L'Italia s'è spenta?


di Alessandra Stoppa

20/11/2012 - Nella quinta puntata del dibattito iniziato su "Tracce" di novembre, il politologo Sergio Soave ci spiega «perché siamo arrivati qui». Lo statalismo, la mancata rivoluzione liberale e la sovranità limitata: «Servono spazi reali di libertà politica»
«La politica va male perché serve poco». Stretta tra una sovranità nazionale limitata e «un sistema statalistico, corporativo, paralizzante», che è stato messo sottosforzo dall’elemento catalizzatore della crisi internazionale. Con Sergio Soave, politologo ed editorialista di ItaliaOggi e altre testate, continuiamo il confronto iniziato sul nuovo numero di Tracce, per capire se è possibile - e come - uscire dalla debolezza che pervade il Paese. A partire da una domanda con cui difficilmente si fanno i conti.

Perché siamo arrivati qui?

Questa domanda ci fa chiedere come mai un sistema troppo costoso e poco efficace ha continuato a stare in piedi. E che lo abbia fatto nonostante non siano mancati dei tentativi riformistici, di centro, di destra, di sinistra... Ecco, io non credo che si possa far risalire la responsabilità di questo solo a questioni di coscienza politica o identità nazionale.
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